Mauro Lanzoni: “Basta a uno status quo che non ha più senso”
Il candidato del Movimento Cinque Stelle per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio traccia il perimetro all'interno del quale sarà scritto il programma. Poi l'affondo: "Non esiste una città col casello che sia così morta"
Il candidato del Movimento Cinque Stelle per le elezioni comunali del prossimo 26 maggio traccia il perimetro all'interno del quale sarà scritto il programma. Poi l'affondo: "Non esiste una città col casello che sia così morta"
Come nasce la sua candidatura?
All’indomani delle ultime politiche. La prima ipotesi è stata quella di candidarmi a Rocca Grimalda (paese in cui vive ndr). Ma l’amicizia con l’attuale sindaco mi ha fatto desistere. Un altro candidato a San Giacomo mi ha introdotto nel gruppo ovadese. E da quel momento è partita quest’esperienza. Qui non è facile, ad oggi non abbiamo nemmeno una sede al chiuso per la presentazione della lista. La faremo sabato 13 aprile, alle 10.30, al Parco Pertini.
Politicamente la notizia della settimana è la rottura con Emilio Braini che ha deciso di aderire al progetto di lista civica avviato da Pier Sandro Cassulo.
Li abbiamo incontrati qualche mese fa per l’ipotesi di una lista unica. Ma noi abbiamo un modo di fare le cose che mal si concilia con certe persone. In quell’occasione abbiamo chiarito che noi ci saremmo presentati col nostro simbolo.
Siete al lavoro sul programma e sull’individuazione dei temi per la campagna elettorale?
Lei ricorda com’era Ovada? Il problema è che qui manca una certa programmazione da almeno 30 – 35 anni. Basterebbe guardare a cosa fanno gli altri. Non esiste una città con un casello autostradale nelle vicinanze che sia così morta. Eppure ci sarebbero eccellenze sulle quali puntare.
Qualche esempio?
I prodotti locali. Il Dolcetto. E poi creare un mercato dei produttori della zona. Penso poi al Geirino, un impianto che non ha eguali in altre aree del paese ma che necessita di una gestione diversa. Non si può spendere le cifre che si spendono per una situazione del genere. Il Comune deve fare la grande manutenzione. Ma se essa è dovuta a una manutenzione ordinaria che non viene fatta allora il meccanismo non funziona più. Amministrare significa anche scontentare qualcuno.
Da dove si parte per ridare vita alla città?
Non vessando piccolo commercio e esercizi pubblici con le tasse. Valorizzando il centro storico. Ho un sogno: parcheggi a corona della città in modo da creare le condizioni perché proprio il centro sia vissuto. Queste cose si fanno in altri posti, in Toscana ad esempio. Qui non si possono fare. Anche la vetrina della scalinata di piazza Castello. Se uno arriva da fuori pensa “Chissà come sarà il negozio”.
Un’altra nota dolente sul territorio sono i servizi.
Si mantiene uno status quo che non ha più ragione di essere. Il nodo è quello del trasporto regionale. E’ inutile puntare il dito verso le ferrovie. Per più treni e maggiore puntualità bisogna investire. I sindaci devono andare in Regione a chiederlo. Ma questo discorso non passa. Attualmente aziende come Arfea e Saamo sono forme diverse di ammortizzatori sociali, così come sono organizzate. La loro ristrutturazione deve passare dalle reali esigenze. I comuni investono risorse dei loro bilanci per servizi che fanno pochissimi utenti. Parliamo di sanità?
Avanti.
Il mio sogno nel cassetto coinvolge l’ospedale vecchio. Possibile che non riusciamo a ricavarci 25 – 30 posti letto? Si paga da solo. D’altronde la nuova legge sulle Ipab come Lercaro parla chiaro.
Quale risultato vi attendete dopo il 26 maggio?
C’è grande interesse attorno a noi. L’affluenza ai banchetti del sabato lo confermano. D’altronde la lista ha più candidati. Dobbiamo ancora fare alcune scelte. Corriamo per vincere. Se non ci riusciremo faremo un’opposizione ferma e propositiva.