Più vicino l’ospedale di comunità
Nei prossimi mesi si potrebbero vedere i primi atti concreti dopo lannuncio del direttore generale dellAsl nello scorso novembre: un reparto da quindici posti gestito col contributo dei medici di famiglia
Nei prossimi mesi si potrebbero vedere i primi atti concreti dopo lannuncio del direttore generale dellAsl nello scorso novembre: un reparto da quindici posti gestito col contributo dei medici di famiglia
mesi, con la possibilità, se necessario, di accedere ai servizi dell’ospedale, dalle analisi alle ecografie. “Abbiamo chiarito – il commento del sindaco Paolo Lantero lo scorso novembre dopo le dichiarazioni di Brambilla – su tutti i fronti che il nostro ospedale tale resterà, coi suoi servizi. L’attivazione dell’ospedale di comunità è piuttosto un segnale positivo del fatto che l’Asl ha ascoltato la proposta precisa arrivata dal territorio tramite i medici di famiglia, poi sostenuta dai sindaci”. La proposta nacque tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 quando si discusse molto dell’indisponibilità da parte del 118 a trasportare al pronto soccorso di Ovada anche i codici verdi, considerati a minore indice di complessità. Sull’argomento l’Asl ha sempre chiarito di essere di fronte a un progetto cui dare attuazione nel medio periodo così come per il trasloco che presto o tardi dovrà essere effettuato dal Sant’Antonio. Negli ultimi mesi la notizia era stata accolta con timore per un ennesimo ridimensionamento come quelli andati in scena tra il 2012 e il 2013. “Non sarà così – ha sempre chiarito il sindaco – Qui stiamo parlando di qualcosa che va anche oltre la Continuità Assistenziale”. La novità si inserisce in un panorama in cui anche il Pronto Soccorso ha fatto registrare, specie nell’ultimo anno, un numero di accesso superiore rispetto al recente passato.