Malattie croniche la sfida del futuro
Popolazione sempre più vecchia con problematiche di lungo corso: gestire le problematiche connesse a questa realtà è l'imperativo dei prossimi anni
Popolazione sempre più vecchia con problematiche di lungo corso: gestire le problematiche connesse a questa realtà è l'imperativo dei prossimi anni
La prima conseguenza sarebbe un intasamento dei Dipartimenti di Emergenza, una carenza evidente dei posti letto. E’ per questo che la sfida prioritaria diventa l’azione sul territorio per stabilizzare, per quanto possibile, la cronicità. Nel contempo è necessario contrastare quella che i medici chiamano inerzia terapeutica, la sospensione o la scarsa osservanza della terapia di lungo corso da parte del paziente che se la vede prescrivere. Diventa decisivo prevedere i fenomeni di scompenso grazie a una programmazione delle visite a domicilio. Il medico di medicina generale da solo non può riuscire in questa impresa, con l’affiancamento dell’infermiere di famiglia è possibile fare un tentativo. Sul nostro territorio da alcuni anni è partito un esperimento sul controllo di alcune malattie croniche (diabete, broncopatia) che sta dando buoni risultati. In caso di complicazioni è necessario l’intervento dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), per una sorta di “ospedalizzazione a domicilio”, che opera quasi costantemente con 50-60 allettati su tutto l’Ovadese.
L’ospedale di comunità rappresenta in questo senso il grado più elevato di integrazione nel momento in cui la persona non può più essere gestita a domicilio. Si tratta di un reparto a gestione infermieristica, con la presenza dei medici di medicina generale e la possibilità di accedere ai servizi ospedalieri e alla rete oncologica. Il futuro è quindi una rete sanitaria territoriale divisa in infermiere di famiglia, ADI, ospedale di comunità, struttura per le lungodegenze connessi tra loro per dare una risposta alla cronicità.