Bilancio rosso per Saamo: i sindacati chiedono garanzie
Dai conti in rosso agli stipendi versati a singhiozzo ai dipendenti alla fine dello scorso anno. Ora la paura dei sindacati è che allorizzonte possa profilarsi lintenzione di mettere sul mercato la società.
Dai conti in rosso agli stipendi versati a singhiozzo ai dipendenti alla fine dello scorso anno. Ora la paura dei sindacati è che all?orizzonte possa profilarsi l?intenzione di mettere sul mercato la società.
OVADA – Si prospetta un passivo attorno ai 150 mila euro per Saamo, l’azienda di trasporto pubblico che sta attraversando un periodo di crisi. Dai conti in rosso agli stipendi versati a singhiozzo ai dipendenti alla fine dello scorso anno. Nei giorni scorsi anche i sindacati sono tornati a far sentire la loro voce. “Date le attuali condizioni dell’azienda, chiediamo che proprietà e vertici accettino un accordo per blindare le attuali condizioni contrattuali dei lavoratori e diano qualche garanzia in più per il futuro” è l’appello formulato da Giancarlo Topini, Filt Cgil. Il timore delle associazioni sindacali è che all’orizzonte possa profilarsi l’intenzione di mettere sul mercato la società.
“L’accordo – prosegue Topino – riguarderebbe le clausole sociali, metterebbe al sicuro i dipendenti in caso di cessione. A Novi il Cit ha seguito lo stesso percorso. L’Ovadese invece fa ancora resistenza. Avevamo già avanzato questa proposta. In assenza di una risposta positiva siamo pronti a scioperi e mobilitazioni”. La società ovadese, dal canto suo, conferma il piano di ristrutturazione aziendale – annunciato da tempo – per il triennio 2019-2021, basato perlopiù sul rapporto fra l’analisi delle corse, il numero di utenti sulle varie linee. “Informazioni – precisa l’amministratore Gian Piero Sciutto – che saranno poi utili all’ente esterno specializzato cui sarà affidato l’incarico di realizzare il piano vero e proprio. Vogliamo procedere entro il mese di febbraio con l’affidamento. Questo lavoro faciliterà comunque il compito”. Affidare all’esterno il progetto di riequilibrio è una condizione che, in base ai dettami della legge Madia, consentirà poi ai Comuni proprietari di intervenire legittimamente per ripianare le perdite. “I tempi sono stretti – taglia corto il sindaco di Ovada, Paolo Lantero – ma dobbiamo dare tempo ai tecnici di fare il loro lavoro”.