Home
Morì dopo due ricoveri, caso ancora aperto: i familiari si oppongono all’archiviazione
La famiglia della donna di 76 anni deceduta dopo due ricoveri, il primo all'ospedale di Ovada ed il successivo a Novi, non si arrende e presenta nuovamente istanza di opposizione all'archiviazione del caso, richiesta dal pubblico ministero
La famiglia della donna di 76 anni deceduta dopo due ricoveri, il primo all'ospedale di Ovada ed il successivo a Novi, non si arrende e presenta nuovamente istanza di opposizione all'archiviazione del caso, richiesta dal pubblico ministero
I familiari, rappresentati dall’avvocato Mario Monti, hanno infatti presentato una nuova istanza di opposizione all’archiviazione, chiesta dal pubblico ministero Andrea Zito.
La donna, il 5 gennaio di due anni fa, accusò un malore mentre si trovava in un negozio. Venne ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale di Ovada, dove venne eseguito un primo esame del sangue che presentava, in effetti, un dato fuori dai parametri. I medici ipotizzarono una embolia e fu predisposto il trasferimento immediato all’ospedale di Novi per sottoporre la paziente ad una Tac. Dopo una ventina di minuti dalla tomografia, il cuore della donna cessò però di battere.
L’autopsia disposta dalla procura stabilitì che la donna fu colpita da dissecazione aortica (rottura della orta che provoca una emorragia interna – fonte wikipedia). Per la procura non vi fu una responsabilità medica nel decesso e chiese l’archiviazione. Ci fu una prima opposizione e venne nominato un nuovo perito che, però, giunse alle stesse conclusioni. E nuovamente il procuratore propose l’archiviazione del caso a carico di sei medici degli ospedali di Novi e Ovada.
La famiglia è però intenzionata ad opporsi anche a questa nuova archiviazione, sostenendo che, in presenza di un quadro clinico che presentava un valore discrepante nel sangue, la paziente avrebbe dovuto essere trasferita all’ospedale civile di Alessandria, dove è presente un reparto specilizzato, e non a Novi.
Di parere contrario è la difesa dei sei medici, sostenuta dall’avvocato Roberto Cavallone, che si associa alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero.
Spetterà al giudice stabilire se il processo a carico dei medici deve proseguire o se ci sarà l’archiviazione definitiva.