Ludovico Succio: attore al cinema con Argentero e la Ferrari
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Redazione - redazione@ovadese.it  
2 Dicembre 2018
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Ludovico Succio: attore al cinema con Argentero e la Ferrari

Il giovane ovadese ha una parte in "Che fai a Capodanno?" da qualche giorno nelle sale. "La mia famiglia ha creduto in me. E' bello lavorare al fianco di chi ha grande esperienza"

Il giovane ovadese ha una parte in "Che fai a Capodanno?" da qualche giorno nelle sale. "La mia famiglia ha creduto in me. E' bello lavorare al fianco di chi ha grande esperienza"

 
OVADA – Fra boschi innevati e strade montane, in un’atmosfera di ostriche e champagne, si svolge la trama del film “Cosa fai a Capodanno?” diretto da Filippo Bologna e attualmente nelle sale cinematografiche. Una commedia corale che vede nel cast, insieme a Luca Argentero, Ilenia Pastorelli, Alessandro Haber, Vittoria Puccini e Isabella Ferrari.  anche Ludovico Succio, emergente attore ovadese.
Come si arriva ad un set cinematografico così importante, calcolando oltretutto la tua giovane età, partendo da una piccola cittadina come Ovada? Raccontami un po’ di te, di come ti sei avvicinato al mondo del cinema…
Il set più imponente con cui mi sono confrontato è in realtà quello de Il Primo Re di Matteo Rovere, che uscirà a gennaio: un mese di prove e allenamenti, condizioni atmosferiche proibitive, parlavamo in protolatino e giravamo nel fango vestiti di pelli, senza contare i combattimenti. Cosa fai a capodanno è stata un’esperienza per me più lunga e rilassata (ero impegnato per tutte e cinque le settimane di riprese, mentre sul film di Rovere solo per due) concentrata in un unico luogo. Come per ogni mestiere si studia e si impara facendo. Durante il liceo studiavo per essere ammesso alle Scuole Nazionali, frequentando stage e corsi estivi. La mia famiglia ha creduto in me e investito in quello che era un salto nel buio: a 16 anni ero a Londra da solo per frequentare la Summer School della Guidhall di Londra e ho dovuto dare la maturità in un altro Liceo perché ero impegnato su un set a Torino. Mi sono trasferito subito a Roma e ora sono al terzo anno del Centro Sperimentale di Cinematografia e mi diplomerò a dicembre. La scuola mi ha cambiato la vita e mi ha formato come attore e come persona. Quello che sono e che sarò lo devo ai miei insegnanti e ai miei compagni.

Immagino ci saranno state esperienze precedenti, che il grande pubblico magari ignora : se sì quali?

La mia prima esperienza di set è stata La Sapienza di Eugène Green – per la prima volta a fianco del bravissimo Fabrizio Rongione, con cui ho lavorato in altre due pellicole. Nel 2016 ero sul set de I figli della notte di Andrea de Sica – primo film “vero”, ha vinto il Nastro d’Argento come miglior opera prima. Poi quest’anno Il Primo Re e Cosa fai a capodanno, tutt’ora in sala.

Raccontami l’esperienza di “Cosa fai a Capodanno?” e del personaggio che interpreti. 

Com’è lavorare a fianco di attori così importanti del cinema italiano e con Filippo Bologna ? Che tipo di rapporto si instaura?

 

Ho conosciuto Filippo Bologna al CSC: voleva “mettere alla prova” la sceneggiatura affidandola a degli attori diversi da quelli della messinscena. È venuto a scuola e abbiamo letto con lui il testo, interpretando i personaggi del film. Spesso leggevo il ruolo di Jacopo e visto che il casting per quel ruolo non era ancora chiuso mi ha fatto un provino. Abbiamo girato a Dobbiaco, dove avevo già girato il film di De Sica, ed è stato curioso rivedere la stessa casa rivestita a nuovo per un’altra storia. È sempre interessante lavorare a fianco di attori con più esperienza, vedere come affrontano le scene e sentirsi parte della stessa squadra. Filippo ha saputo creare una bella armonia tra noi e insieme a Maurizio Calvesi (dop) ci ha cucito addosso le inquadrature. È un film caustico che però ci fa affezionare ai personaggi e ai loro difetti, per farci pesare meno il fatto che rappresentano il peggio di noi.

Che vita fai oggi?

Sveglia presto e scuola tutti i giorni: il Centro Sperimentale marchia a fuoco i corpi dei suoi allievi, perché il lavoro fisico e vocale è intenso e costante in quasi tutte le materie – danza, acobatica, canto, scherma, oltre che alla recitazione vera e propria. La mia scuola si mantiene fedele al nome che porta, perché non è solo Scuola Nazionale di Cinema ma Centro Sperimentale. Non aderiamo a un solo metodo, ma ne applichiamo diversi ogni anno e ogni insegnante ci propone sfide diverse, spesso con mezzi e fini diametralmente opposti. Al primo anno non capisci niente e ti senti incapace in tutto, ma adesso a diploma quasi conquistato so di avere tantissimi strumenti diversi a mia disposizione, grazie a questa formazione così eterogenea e alla forma mentis che ti dona questo essere elastici con disciplina.

Progetti per il futuro?

Oltre al cinema mi piacerebbe continuare a lavorare con le persone che ho conosciuto al Centro Sperimentale. Sarebbe bello allestire spettacoli con i miei compagni e mi piacerebbe collaborare anche con i colleghi di altri corsi – se non si è già infetti ci si ammala di Cinema, in questa strana scuola di registi, sceneggiatori, montatori, costumisti, scenografi, fonici e attori.
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