Da lunedì si torna sui banchi di scuola, ma con pochi insegnanti
Sono ancora circa 500 i posti vacanti nelle scuole della provincia. Esaurite le graduatorie per le immissioni a ruolo, entro fine settembre saranno gli istituti a dover provvedere con le nomine. Mancano anche dirigenti e personale amministrativo. "Concorsi aperti, ma temo che prima del 2020 non si avranno le graduatorie"
Sono ancora circa 500 i posti vacanti nelle scuole della provincia. Esaurite le graduatorie per le immissioni a ruolo, entro fine settembre saranno gli istituti a dover provvedere con le nomine. Mancano anche dirigenti e personale amministrativo. "Concorsi aperti, ma temo che prima del 2020 non si avranno le graduatorie"
“Il 31 agosto – spiega Carlo Cervi di Cisl scuola – si sono concluse le nomine attingendo dalla graduatori (quella uscita dall’ultimo concorso, nel 2016, ndr), che in parte erano già esaurite. Ora tocca ai singoli dirigenti di istituto stilare le graduatorie con i nominativi a loro disposizione. Ci sarà poi un ulteriore, e difficile, passaggio: incrociare tutti i dati”.
E’ assodato, quindi, che l’anno inizierà con qualche professore in meno, costringendo gli istituti ad adottare orari ridotti o a fare turnare i propri docenti.
“L’operazione di incastro tra tutte le scuole dovrà essere effettuata orientativamente entro il 20 settembre”, dice ancora Cervi. Cioè, dieci giorni dopo l’avvio dell’anno scolastico.
In pratica, gli istituti hanno una propria lista di insegnanti abilitati, a cui affidare supplenze o cattedre di sostegno. Lo stesso nominativo potrebbe però essere inserito in più elenchi, per diverse scuole. E’ probabile, quindi, che si debba nuovamente organizzare un momento “collettivo”, come quello che si svolse lo scorso anno al museo dei Campionissimi di Novi, per assegnare le cattedre ancora scoperte e stabilire “chi insegnerà cosa e dove”.
Stando ai numeri, restano da assegnare 561 cattedre, tra supplenze e sostegni, la maggior parte nelle scuole superiori. Mancano soprattutto insegnanti nelle materie scientifiche.
“Le nostre università piemontesi non riescono a laureare un numero sufficiente di insegnanti abilitati. Quindi ci si dovrà rivolgere anche altrove, tra i non abilitati o a quelli provenienti da altre regioni”, dice ancora Cervi.
C’è poi la partita tutt’altro che facile dei dirigenti. E’ stato aperto il concorso – dopo anni di attesa – per la selezione di nuove figure dirigenziali. Ma le selezioni si concluderanno presumibilmente non prima del prossimo anno. “I dirigenti regionali (ex provveditori) sono ottimisti e contano che entro il settembre 2019 ci saranno le nomine. Noi temiamo che se ne parlerà solo nel 2020. Quindi, per l’intero anno scolastico che sta per iniziare, si procederà come in passato. In Provincia ci sono la metà dei dirigenti necessari. Che si traduce con il fatto che ogni dirigente ha almeno due istituti sotto una unica direzione”.
Manca anche personale amministrativo: anche per questo settore è in previsione l’apertura di un concorso. I tempi sono però ancora incerti.