Story Park e vie del fiume: spreco da 2 milioni di euro
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Redazione - redazione@ovadese.it  
21 Agosto 2018
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Story Park e vie del fiume: spreco da 2 milioni di euro

Il primo doveva riqualificare l'area oltre Stura ed oggi è inutilizzato dopo la fuga dell'unico gestore. Le secondo rappresentano un progetto abortito sul nascere e spesso bisognoso di manutenzione

Il primo doveva riqualificare l'area oltre Stura ed oggi è inutilizzato dopo la fuga dell'unico gestore. Le secondo rappresentano un progetto abortito sul nascere e spesso bisognoso di manutenzione

 OVADA – “Il nuovo bando arriverà presto. La situazione è difficile ma possiamo trovare una soluzione”. Sembra certa di quello che dice l’assessore alla Cultura del Comune di Ovada, Roberta Pareto. Dai suoi predecessori ha ereditato una gatta da pelare da quasi 1.5 milioni di euro. Il parco tematico, una sorta di compendio di storia locale raccolta tra pannelli, aree all’aperto e uno spazio interno. Nel maggio 2017 la vecchia gestione ha riconsegnato le chiavi in comune, di fatto certificando il fallimento dell’operazione. L’obiettivo era la riqualificazione dell’area “oltre Stura”, abbruttita dalla presenza del frantoio Gentile. Dal giorno del varo, dopo l’arrivo del finanziamento europeo, non ne è andata bene una: ritardi, un ricorso al Tar a proposito del frantoio mai più smantellato, un bando deserto nel 2011 prima di trovare soggetti disposti ad aprirlo, un contenzioso con l’impresa che portò a termine i lavori evidentemente giudicati inadeguati.

Dall’inaugurazione la triste realtà: iniziative varie mai davvero decollate e un contesto a dir poco triste. Tanto che la vecchia gestione, la famiglia Repetto, ha scelto di lasciare e aprire una gelateria a Rossiglione. A incastonare il fallimento una scritta, “Story Park Bar” posta all’ingresso che sollevò più di una polemica. “E’ chiaro che un bar non può bastare – prosegue Pareto – ad assicurare la sopravvivenza della struttura. Sono necessarie idee, sfruttare gli spazi all’aperto. Il vincolo d’uso però non potrà sparire come per magia: lo Story Park non potrà diventare, almeno nell’immediato, quel luogo deputato al ritrovo dei giovani come indicato da molti in città”. Nel frattempo il Comune ha nuovamente messo mano al portafoglio: 25 mila euro per la manutenzione e il riordino degli spazi all’aperto. Alla cifra devono essere aggiunti i costi di gestione, pur con la struttura chiusa. I locali interni, già due anni fa mostravano, visivamente e ad olfatto, il segno di una fatiscenza preoccupante data l’età limitata. La minoranza sul tema resta scettica così come qualche anno fa le polemiche raggiunsero picchi di intensità molto alti.

«Mi viene da dire che finalmente a Palazzo Delfino si sono svegliati, anche se ci credo poco – spiega Giorgio Bricola, oggi capogruppo di Patto per Ovada, –. Si arriva in ritardo perché il Comune è incapace di programmare».  Se lo Story Park non vi basta, collegato a questa operazione, furono partorite anche le “vie del Fiume”, sentieri nati per essere punto d’attrazione per gli amanti delle passeggiate nella natura a poca distanza dalla città. Spesa complessiva altri 900 mila euro. Nel concreto dal progetto nacquero tre sentieri, il primo di un chilometro con partenza e arrivo all’interno del Polisportivo Geirino, oltre il ponte di San Paolo con l’Orba, il secondo di poche centinaia di metri tra Regione Carlovini e via lung’Orba, sotto al ponte della Veneta. Il terzo alla periferia sud della città, lungo lo Stura per poco più di un chilometro.

Anche in questo caso il risultato finale è ben poca cosa rispetto alle promesse. Oltretutto la gestione ordinaria si rivelò improba per un comune con una cronica carenza di manovalanza e cantonieri. “Sappiamo che la situazione è grave ma non abbiamo abbastanza personale neppure per tenere in ordine le zone centrali, figuriamoci la Via del Fiume – spiegava già nel 2013 l’allora assessore ai Lavori pubblici, Simone Subrero -. Ho comunque segnalato il problema agli uffici e si sta valutando se affidare a una ditta esterna un intervento di manutenzione, più o meno radicale”. Il suo successo, Sergio Capello, si è scontrato con la medesima realtà. Oggi l’unica parte utilizzabile è quella accanto al polisportivo. L’area sotto al ponte della Veneta è stata in più occasioni intaccata dalle piene dell’Orba, in particolare del 2011 e del 2014. L’ultimo restyling, portato a termine lo scorso anno è costato poco più di 30 mila euro. Ad oggi l’area è più che altro il ritrovo dei writers che amano utilizzare i piloni del ponte per le loro creazioni artistiche. Destino simile per il tratto parallelo a via Voltri, anche in queste settimane un intrico di vegetazione che rende ben poco agevole l’utilizzo. Il più recente restyling delle staccionate e delle panchine risale al 2017, furono coinvolti in particolare i richiedenti asilo ospitati da Social Domus che sotto la guida dei volontari della Parrocchia si occuparono del ripristino. In poche settimane ciò che era stato messo a posto fu di nuovo pesantemente danneggiato. In questo periodo, nelle ore a cavallo del tramonto, è facile trovare sui sentieri qualche ovadese a spasso con il cane. Ma a quella cifra, qualcosa di meglio si poteva ottenere. 

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