Fonti Feja: speranza di riapertura
La trattativa per comprare lo stabilimento abbandonato lungo la strada per frazione Crebini sarebbe in piedi da circa un anno e mezzo: la società interessata dovrà acquisirlo dalla banca Unicredit
La trattativa per comprare lo stabilimento abbandonato lungo la strada per frazione Crebini sarebbe in piedi da circa un anno e mezzo: la società interessata dovrà acquisirlo dalla banca Unicredit
CASTELLETTO D’ORBA – Le indiscrezioni circolano da qualche settimana, e parlano di una società specializzata che, secondo quanto trapela, starebbe mandando in porto operazioni di acquisizione di marchi simili in giro per l’Italia. Tra questi, sul taccuino dell’azienda, ci sarebbe anche l’etichetta Fonti Feja di Castelletto d’Orba, che ha cessato l’attività nel 2013 ma che di fatto era ferma dal 2011. «Parliamo di una realtà solida e affidabile – dice il sindaco, Mario Pesce –, con cui ho avuto contatti costanti. Non voglio per ora rivelare il nome perché la situazione è in itinere e non intendo compromettere un’occasione imperdibile per il paese». La trattativa per comprare lo stabilimento abbandonato lungo la strada per frazione Crebini sarebbe in piedi da circa un anno e mezzo: la società dovrà acquisirlo dalla banca Unicredit, che ne è diventata proprietaria dopo la travagliata uscita di scena del gruppo torinese Coalto.
L’operazione di rilancio sarebbe focalizzata non solo sulla riapertura delle linee di imbottigliamento, che davano lavoro a una quindicina di dipendenti, ma anche sulla possibile trasformazione del vecchio mulino sul rio Albedosa in una sorta di Spa in miniatura. Oltre alla vendita c’è ancora un nodo da sciogliere, quello delle concessioni per lo sfruttamento delle acque. Le precedenti sono scadute e la Regione ne è tornata in possesso, chiedendo al Comune di sospendere per un periodo l’erogazione dell’acqua dalla fonte Feja, a cui molti cittadini facevano riferimento per riempire bottiglie e damigiane. La fonte aveva continuato a funzionare, dopo la chiusura dell’azienda, grazie a un contatore comunale ma ora da Torino hanno chiesto lo stop, per poter completare l’iter e riaffidare le concessioni (servirà un bando). L’ordinanza ha fatto storcere il naso ma Pesce rassicura: “Questione di 3-4 mesi. Quando l’azienda ripartirà, la fonte si potrà di nuovo utilizzare”.