Quel lungo viaggio nei nostri “sprechi” pubblici
Sono tante le opere incompiute sul nostro territorio. Oppure terminate e poi abbandonate. O mai entrate in funzione. Un viaggio negli "sprechi" pubblici più clamorosi, dalla val Borbera a Ovada, da Novi Ligure alla val Lemme
Sono tante le opere incompiute sul nostro territorio. Oppure terminate e poi abbandonate. O mai entrate in funzione. Un viaggio negli "sprechi" pubblici più clamorosi, dalla val Borbera a Ovada, da Novi Ligure alla val Lemme
L’economista John Maynard Keynes diceva che, in periodo di crisi, lo stato dovrebbe pagare i lavoratori disoccupati per scavare una gigantesca buca e poi riempirla. In questo modo i lavoratori avrebbero un salario e potrebbero spendere, attorno alla buca si creerebbero negozi e osterie e infine l’economia potrebbe risollevarsi. Probabilmente Keynes aveva ragione. Ma se si deve spendere, meglio fare qualcosa di più utile di una buca nel terreno.
Siamo andati a indagare sulle opere pubbliche più o meno costose del nostro territorio. Una quantità di soldi pubblici, spesso derivanti da progetti europei, che sono serviti a realizzare infrastrutture che non sono state terminate, o che comunque non sono state usate.
Il meccanismo di utilizzo dei fondi europei soffre di un grande errore di fondo. Anziché permettere ai territori di realizzare interventi necessari, li costringe a inventarsi opere per usare i fondi. Si finisce spesso nel paradosso: gli amministratori locali, anziché cercare risorse per finanziare ciò che serve alle loro comunità, si inventano opere per usare i fondi a disposizione. Con il risultato di scavare buche nel terreno, come proponeva Keynes.
Il servizio completo sul Novese in edicola fino a mercoledì 1° agosto.