Consorzio servizi sociali: futuro nella fusione con Acqui
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
10 Aprile 2018
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Consorzio servizi sociali: futuro nella fusione con Acqui

In queste settimane ripartirà l’iter che porterà anche alla fusione dei due Consorzi Servizi Sociali, l’Asca per parte termale, il CSS diretto da Emilio Delucchi per parte ovadese. “L’unione con Acqui – precisa Ivana Maggiolino, presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ovadese – è la partita da giocare quest’anno”.

In queste settimane ripartirà l?iter che porterà anche alla fusione dei due Consorzi Servizi Sociali, l?Asca per parte termale, il CSS diretto da Emilio Delucchi per parte ovadese. ?L?unione con Acqui ? precisa Ivana Maggiolino, presidente dell?assemblea dei sindaci dell?Ovadese ? è la partita da giocare quest?anno?.

OVADA – Da tempo è considerato un passaggio inevitabile dopo la fusione che ha riguardato i distretti sanitari, ora guidati da Claudio Sasso. L’operazione era già stata avviata lo scorso anno ma subì poi uno stop per l’inaspettato esito del voto amministrativo che consegnò la poltrona di primo cittadino di Acqui Terme al Movimento Cinque Stelle con Lorenzo Lucchini. In queste settimane ripartirà l’iter che porterà anche alla fusione dei due Consorzi Servizi Sociali, l’Asca per parte termale, il CSS diretto da Emilio Delucchi per parte ovadese. Strada obbligata, indicata espressamente dalla Regione Piemonte, ma non per questo meno difficile da percorrere. In ballo ci sono  corretti bilanciamenti tra due realtà che potrebbero sembrare simili ma non lo sono poi così tanto. “L’unione con Acqui – precisa Ivana Maggiolino, sindaco di Silvano d’Orba e attuale presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Ovadese – è la partita da giocare quest’anno”.

I primi cittadini hanno parlato della questione in occasione della recente approvazione del bilancio di previsione per l’anno in corso, l’ennesima conferma di quanto bisogno ci sia sul territorio di politiche sociali. L’impressione è che tra l’Orba e lo Stura si voglia dare un’accelerata a un’operazione in ballo da tempo. Il Consorzio servizi sociali di Ovada serve 16 Comuni, l’Asca di Acqui 29, alcuni astigiani. Come raccontato sull’ultimo numero del nostro settimanale nel 2017 si sono rivolti agli sportelli del Sant’Antonio di via XXV aprile 2.368 cittadini, l’8.6% del totale. In passato l’esperienza ovadese è stata lodata proprio dalla Regione per efficienza e capacità di contenere i costi. Nel 1997 le attività partirono con poco più di 400 mila euro. Poi la crescita, passando per i 971 mila euro del 2000 e i 2 milioni 269 mila del 2007 fino al picco del 2010, unico anno in cui si scollinò oltre i 3 milioni, seppur di poco. Per il 2017 il pareggio è stato previsto a 2 milioni 575 mila euro, una crescita minima rispetto ai dodici mesi precedenti. A fronte di 683 mila euro di  quote  consortili,  nel 2018 l’ente è riuscito a investire sul territorio 2,2  milioni  di  euro,  per  una spesa complessiva di 2,8 milioni. “Ci sarà da lavorare ma – dice Paolo Lantero, sindaco di Ovada che si occuperà della questione – non si può aspettare. La partita va chiusa nel 2018. Sono convinto che gli ottimi rapporti con Acqui porteranno a un’integrazione efficace”. L’accorpamento di Acquese e Ovadese è un’opzione che va valutata con attenzione a livello politico – è più prudente il collega acquese Lorenzo Lucchini – Non dimentichiamo che la giunta regionale è in scadenza e non si sa come procederà l’iter. In ogni caso, stiamo seguendo la pratica con attenzione. Come Asca, in 20 anni abbiamo prodotto lavoro di qualità, che è importante riconoscere e mantenere. Con Ovada abbiamo un rapporto squisito e troveremo di sicuro un accordo”.

 

 

 

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