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		Furbetti del cartellino all’Asl compariranno davanti al giudice
In diciannove, dipendenti dell'Asl in servizio ad Ovada, dovranno comparire davanti al giudice del tribunale di Alessandria per rispondere del reato di truffa ai danni dello Stato. Secondo l'accusa timbravano il cartellino all'ingresso ma si assentavano durante l'orario
In diciannove, dipendenti dell'Asl in servizio ad Ovada, dovranno comparire davanti al giudice del tribunale di Alessandria per rispondere del reato di truffa ai danni dello Stato. Secondo l'accusa timbravano il cartellino all'ingresso ma si assentavano durante l'orario
CRONACA – Le immagini delle telecamere piazzate dalla guardia di Finanza, tra settembre e novembre 2014, li riprendono mentre timbrano il cartellino all’ingresso del distretto Asl di via XXV aprile, ad Ovada, ed uscire, senza annotare sul registro di servizio, quando l’orario di lavoro non era ancora terminato. A volte rientravano dopo pochi minuti, altre volte dopo diverse ore. In diciannove saranno chiamati a rispondere davanti al giudice per l’udienza preliminare il prossimo 3 maggio dell’accusa di truffa ai danni dello Stato. In 22 avevano ricevuto l’avviso di garanzia, il 19 dovranno presentarsi davanti al giudice: Renata Badano, Giacinto Leone Barberis, Angelo Barisione, Maria Grazia Biollo, Cesare Mauro Carlevaro, Emanuela Giovanna Maria Cavazza, Carla Maria Fiori, Domenica Fraone, Mauro Gastaldo, Nadia Marchelli, Monica Montali, Antonio Pantisano, Mauro Pastorino, Enrica Repetto, Alberto Santià, Enrica Simonelli, Massimo Surdi, Danilo Vercellino, Giovanna Grillo.
Le indagini furono condatte tra settembre e novembre 2014 dalla guardia di Finanza la quale installò una telecamera nei locali della timbratrice.
Alcuni, dopo aver timbrato, uscivano nuovamente. Il motivo dovrà accertarlo il giudice. Secondo le difese si trattava di uscite per servizi attinenti al lavoro.
I 19 dipendenti sono infatti per la maggior parte operanti come infermieri sul territorio e le uscite sarebbero state effettuate per assistere i pazienti.
Le posizioni di ciascun indagato sono differenti per le mansioni svolte. Diversa è anche l’entità del presunto danno di cui sono chiamati a rispondere: per alcuni si tratta di giustificare poche ore, per altri parecchie, fino a 73 ore di assenza ingiustificata nei mesi presi in considerazione. Il danno a carico dell’Asl varierebbero di conseguenza da poche decine di euro a qualche migliaia, per un totale ipotizzato di circa 8 mila euro.
L’Asl ha annunciato che, nel corso dell’udienza preliminare, si costituirà parte civile.
Nessuno degli indagat sembra intenzionato a chiedere riti alternativi o abbreviati, certi di dimostrare la loro innocenza. Sebbene non ci fossero probabilmente annotazioni sulle “missioni” fuori sede, gli allontanamenti sarebbero avvenuti per motivi inerenti ad esigenze di servizio, secondo quanto sostengono le difese.
Spetterà al giudice decidere l’eventuale rinvio a giudizio definitivo o l’archiviazione.