Belforte Monferrato: si ricorda il deragliamento al Gnocchetto
Sabato 10 marzo, alle ore 15.30, presso la lapide che si trova vicino alla Chiesa del Santissimo Crocifisso di Gnocchetto, il sindaco Franco Ravera ricorderà i deceduti dall'attentato - organizzato dai partigiani - ad un treno su cui avrebbero dovuto viaggiare decine di soldati tedeschi
Sabato 10 marzo, alle ore 15.30, presso la lapide che si trova vicino alla Chiesa del Santissimo Crocifisso di Gnocchetto, il sindaco Franco Ravera ricorderà i deceduti dall'attentato - organizzato dai partigiani - ad un treno su cui avrebbero dovuto viaggiare decine di soldati tedeschi
OVADA – Si terrà sabato pomeriggio la commemorazione delle 18 vittime del deragliamento ferroviario avvenuto il 27 febbraio 1945. Da ormai 73 anni tutto il territorio Ovadese si stringe attorno al tragico fatto avvenuto entro i confini del Comune di Belforte Monferrato. Sabato 10 marzo, alle ore 15.30, presso la lapide che si trova vicino alla Chiesa del Santissimo Crocifisso di Gnocchetto, il sindaco Franco Ravera ricorderà i deceduti dall’attentato – organizzato dai partigiani – ad un treno su cui avrebbero dovuto viaggiare decine di soldati tedeschi. Ma da Genova, per circostanze mai chiarite, venne fatto partire prima l’accelerato per Torino, carico di pendolari, che raggiungevano le famiglie sfollate in Piemonte. Quando il treno giunse nel punto in cui erano stati allentati alcuni bulloni dei giunti delle rotaie, la motrice si staccò dalle vetture, la prima vettura ed il bagagliaio si rovesciarono nel ritano e le altre vetture si inclinarono su un fianco.
Il deragliamento ebbe luogo sul ponte che collega la galleria della Rocca con la galleria del Ciso, nella valle del Ritano del Cecio, sul confine con la Liguria. Secondo recenti aggiornamenti, i morti furono diciotto, i feriti ventitré. Sul posto intervennero i militi della Croce Rossa di Genova ed una parte dei feriti vennero trasportati all’ospedale di San Martino. Le opere di soccorso furono ardue; giunsero medici, vigili del fuoco, furono usate fiamme ossidriche per liberare gli imprigionati tra le lamiere. Uno spettacolo terrificante tra pianti, lamenti, urla. I tedeschi fecero distribuire un manifestino, dal quale risultavano 26 morti e 40 feriti. All’alba, erano pronti a distruggere tutto l’abitato di Gnocchetto, se tra i morti si fosse trovato un solo tedesco. Ciò non accadde e la frazione fu salva.