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La protesta silenziosa degli agricoltori in “lotta” con gli ungulati
Gli agricoltori di Confagricoltura e Cia hanno protestato ieri mattina davanti ai cancelli degli uffici della Provincia di via Galimberti per chiedere ancora una volta interventi urgenti per limitare i danni degli ungulati alle culture
Gli agricoltori di Confagricoltura e Cia hanno protestato ieri mattina davanti ai cancelli degli uffici della Provincia di via Galimberti per chiedere ancora una volta interventi urgenti per limitare i danni degli ungulati alle culture
Negli uffici del settore Caccia e Pesca si riuniva il tavolo tecnico per discutere le modifiche al regolamento sulla caccia ai cinghiali. Una settantina di agricoltori aderenti a Confagricoltura e Cia hanno organizzato un sit-in “silenzioso” per chidere alla Provincia interventi urgenti.
La riunione era “tecnica” e a porte chiuse. Ma c’è stato l’impegno del Presidente della Provincia Gianfranco Baldi ad organizzare un incontro pubblico. Ha comunque raccolto le istanze degli agricoltori, che porterà in Regione dove si discute il regolamento.
“Condivido le ragioni degli agricoltori e stiamo facendo il possibile – dice il presidente Baldi – ci sono regole e tempi burocratici che non dipendono da noi, purtroppo”. Per la caccia di contenimento ai cinghiali, si cercherà di verificare, entro venti giorni, se sia possibile aumentare il numero delle battute e se si può ovviare alla norma per la quale la battuta deve essere seguita da un agente della polizia provinciale. Il personale è sempre più risicato, mentre le battute andrebbero incrementate.
Discorso a parte viene fatto per i caprioli, dei quali ieri non si è discusso ieri. La Provincia ha presentato una richiesta per aumentare il numero di animali abbattibili. Il piano, contestato dagli animalisti, è fermo all’Ispra, per l’autorizzazione.
Intanto gli agricoltori sono in allarme. Lamentano il fatto che i piani di contenimento, al momento, non hanno dato i risultati sperati. Troppi limiti e troppi vincoli. Le battute andrebbero estese, secondo loro, nel numero dei componenti e per periodi più lunghi.
Nel frattempo, c’è chi si è dovuto arrangiare, a spese proprie. Come nel caso di Andrea Tacchella, viticoltore della Val Borbera: “ho installato una recinzione matellica con reti da cantiere”. Qualche migliaia i euro la spesa sostenuta, al momento senza possibilità di rimborso.