Arriva la pioggia. Ma per sconfiggere davvero la siccità servono soldi e tempo
Attese a breve le prime vere piogge della stagione. Un primo passo per lasciarsi alle spalle l'ottobre più siccitoso di sempre. Ma per risolvere davvero la situazione servirebbero nuovi invasi, migliori collegamenti tra le reti di rifornimento idrico e tubature più efficienti: si parla di milioni di euro e svariati anni di lavori
Attese a breve le prime vere piogge della stagione. Un primo passo per lasciarsi alle spalle l'ottobre più siccitoso di sempre. Ma per risolvere davvero la situazione servirebbero nuovi invasi, migliori collegamenti tra le reti di rifornimento idrico e tubature più efficienti: si parla di milioni di euro e svariati anni di lavori
Sarà un primo passo, per lasciarci alle spalle l’ottobre più siccitoso di sempre. Secondo i dati dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, in tutto il mese sono caduti mediamente appena 3 millimetri di pioggia. E dire che ottobre è, statisticamente, il mese più piovoso dell’anno. Le precipitazioni registrate a settembre e ottobre non sono mai state così scarse nell’alessandrino. Tutta la zona sud della provincia, da Acqui Terme a Tortona, passando per Ovada e Novi Ligure, è in stato di «siccità estrema».
Un allarme rosso «in tutti i bacini a sud del Po sia nel breve che nel medio termine», scrive l’Arpa nel proprio bollettino idrologico. «La combinazione di scarse precipitazioni e l’utilizzo della risorsa idrica nel periodo estivo ha ulteriormente aggravato la situazione», dicono i tecnici. A Serravalle, la portata dello Scrivia a ottobre ha registrato il dato più basso di sempre.
La siccità è una calamità che è difficile superare con interventi tampone. “Questa emergenza dovrebbe indurci a tenere l’acqua quando c’è, magari creando piccoli invasi – spiega Vittorio Risso di Gestione Acqua, la società che cura il servizio idrico in 64 Comuni della provincia – Ma per realizzare nuovi invasi occorrono dai 10 ai 15 anni”.
“Inoltre si dovrebbe prelevare l’acqua laddove è presente, ad esempio creando una rete che da Predosa vada ad Acqui e a Novi – dice ancora Risso [nella foto] – E poi c’è il problema delle tubature vecchie che disperdono troppa acqua”. Ma per fare tutto questo mancano i finanziamenti: “L’Italia è il Paese nel quale l’acqua costa meno. In Danimarca, ad esempio, si investono 120 euro a persona sulla risorsa idrica, mentre da noi solo 30 euro”. Gestione Acqua finora ha effettuato interventi per 5 milioni di euro. “Se raddoppiassimo questa cifra nel giro di qualche anno avremmo una situazione decisamente migliore”, afferma Risso.
A partire dalla settimana scorsa ci sono stati problemi di approvvigionamento anche a Castelletto d’Orba, Parodi Ligure e San Cristoforo. Il torrente Piota ha poca acqua, il livello del lago della Lavagnina è bassissimo e l’acqua presente è torbida. I paesi sono rimasti senz’acqua potabile per una settimana e solo ieri la situazione è tornata alla normalità.
Se la siccità non ha causato ancora più problemi è stato anche grazie ad alcune circostanze fortuite: «Nei mesi estivi abbiamo avuto la possibilità di sfruttare un pozzo vicino al torrente Scrivia costruito da Cociv per il Terzo Valico. Inoltre la crisi Ilva ha ridotto la produzione allo stabilimento novese e questo ha permesso di risparmiare un 25 per cento di acqua rispetto al solito (inoltre all’Ilva diamo acqua di riuso)», conclude Risso.
foto lago Lavagnina: Andrea Fossati.