Loggia: due serate con ”Il sultano e la cicala” di Ian Bertolini
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Redazione - redazione@ovadaonline.it  
26 Ottobre 2017
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Loggia: due serate con ”Il sultano e la cicala” di Ian Bertolini

L'attore e autore ovadese torna in città dopo il successo di “Questo è un uomo, questa è una donna” sulla vita di Don Luigi Mazzarello. "Dopo le due esperienze locali - spiega Bertolini -, che poi , come ho dimostrato tanto locali non sono, mi sono sentito in dovere di raccontare qualcosa di più lontano".

L'attore e autore ovadese torna in città dopo il successo di ?Questo è un uomo, questa è una donna? sulla vita di Don Luigi Mazzarello. "Dopo le due esperienze locali - spiega Bertolini -, che poi , come ho dimostrato tanto locali non sono, mi sono sentito in dovere di raccontare qualcosa di più lontano".

OVADA – Fine settimana dedicato alla cultura e al teatro presso la Loggia di San Sebastiano. Venerdì e sabato sera, a partire dalle ore 21.15, l’ex Parrocchiale intitolata a Santa Maria si trasformerà nella location perfetta per “Il sultano e la cicala”, il nuovo spettacolo di Ian Bertolini. “La parabola del protagonista (Scipione Cicala) di questa vicenda – racconta l’attore e autore ovadese – è straordinaria ma non così insolita in un mondo in cui per chi era di nobili origini c’era grande possibilità di viaggiare, di agire in contesti diversi. La stessa circolazione delle notizie era sorprendentemente veloce, pur con gli strumenti dell’epoca”. La rappresentazione è quella di un marinaio genovese di origine nobile che nel corso della sua vita assunse incarichi militari molto importanti per l’impero Ottomano tanto da essere Gran Visir per quaranta giorni, tra il 27 ottobre e il 5 dicembre 1596 sotto il regno di Maometto III.

Bertolini, con la storia di Scipione Cicala, torna in città dopo il successo di “Questo è un uomo, questa è una donna” sulla vita di Don Luigi Mazzarello, e in attesa di riproporre il fortunato “Centoundici nuvole”, dedicato alla tragedia della diga di Molare. In questo caso la bussola si sposta oltreconfine, verso sud. C’è chi dice che Scipione Cicala fosse nato a Genova chi invece parla di natali a Messina nel 1552. La Calabria lo vedrà protagonista di una delle sue imprese corsare. Il padre era un corsaro al servizio della Spagna, la madre era di origine turca montenegrina, l’attuale Herceg Novi, rapita e convertita proprio dal futuro padre di Scipione.  Lo spettacolo, già proposto in estate per alcune replica, ha una forte carica umoristica ma è anche una trasposizione della difficoltà di comunicare tra tanti linguaggi e culture diverse. La stessa fine tragica del protagonista è l’estremo gesto di un uomo che non accetta di darla vinta ai nemici. “E’ una storia diversa da quelle che ho sempre narrato – prosegue Bertolini – e in qualche modo legate al territorio in cui sono vissuto. Dopo le due esperienze locali, che poi , come ho dimostrato tanto locali non sono, mi sono sentito in dovere di raccontare qualcosa di più lontano, ma che se analizzato bene diventa davvero vicino. ho deciso di invertire il modo di narrare, di prendere a prestito la tradizione giullaresca italiana per farne una fiaba amara, ma allo stesso tempo divertente”. Collaborano con Bertolini Isacco Anfosso per la scenografia, Erika Maria Sciutto per luci e suoni. L’ingresso è libero. 

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