Sagre: risorsa o occasione persa per il territorio?
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Edoardo Schettino - redazione@ovadaonline.net  
15 Agosto 2017
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Sagre: risorsa o occasione persa per il territorio?

Rispetto a qualche anno fa si sono moltiplicate le manifestazioni gastronomiche. E se c'è chi porta avanti la tradizione delle nostre zone spesso si fa strada un'orgia di pietanze improbabili e vini discutibili. A chi giova tutto questo?

Rispetto a qualche anno fa si sono moltiplicate le manifestazioni gastronomiche. E se c'è chi porta avanti la tradizione delle nostre zone spesso si fa strada un'orgia di pietanze improbabili e vini discutibili. A chi giova tutto questo?

SONDAGGIO – Stinchi con patate, bolliti misti, perbuieira, agnolotti. Ai nostri avi, che non navigavano nell’agio come ai giorni nostri, piaceva mangiare. E poco importava se certi cibi erano poco adatti alla stagione estiva. Da qui l’idea nobile di riproporre in una sagra del paese il piatto più tipico per attirare visitatori.
D’acqua sotto i ponti ne è passata e mai come in questi anni si può notare come quell’intenzione si stata spazzata via, travolta da un’orgia di appuntamenti simili, che con l’identità dei nostri paesi ha poco a che fare, irrimediabilmente compromessa dall’aggiunta di pietanze improbabili alle nostre latitudini. Cibi comuni, vini quanto meno discutibili: questo il tratto comune di tante sagre di oggi. E a patirne le conseguenze, oltre ai ristoratori che si vedono sottratti ogni estate una fetta importante della loro potenziale clientela, sono proprio quelli che ne fanno anche un fatto di tradizione. Tutto questo porta qualcosa di buono al territorio? La domanda è quanto mai lecita. La risposta temiamo di conoscerla.

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