Ferrando – Briata: coppia d’acciaio alla Bike Transalp
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
30 Luglio 2017
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Ferrando – Briata: coppia d’acciaio alla Bike Transalp

I due portacolori della Uà Cycling hanno conquistato il sesto posto master alla recente maratona di mountain bike sulle Alpi tra Austria e Trentino

I due portacolori della Uà Cycling hanno conquistato il sesto posto master alla recente maratona di mountain bike sulle Alpi tra Austria e Trentino

OVADA – Sette tappe per un totale superiore a 530 chilometri, una traversata per le Dolomiti che tocca i punti più incantevoli ma che è anche un’occasione di competizione è agonismo. Il sogno l’hanno vissuto, la settimana scorsa, Marco Briata (a destra) e Stefano Ferrando, alla loro seconda esperienza alla gara che rappresenta una vera e propria maratona in coppia di mountain bike. I due portacolori dell’Uà Ciclyng Team di Ovada hanno ottenuto un sesto posto nella categoria master strappato con unghie, denti e tanti mesi di allenamenti. Un tempo complessivo di 29h01’43”.“I sacrifici – ci hanno raccontato i due atleti da poco rientrati – sono ripagati dalla bellezza della gara e dall’atmosfera che trovi. C’è gente di tutto il mondo. Noi ad esempio ci siamo trovati a battagliare con una coppia di portoghesi. Nei momenti liberi si cementano le amicizie. Ma in gara è solo competizione”. Una prima tappa da Mayrhoffen, in Austria, a Bressanone che rappresenta un buongiorno da 102 chilometri con più di 3 mila metri di dislivello. Poi tappe da far tremare polsi e polpacci: Bressanono – San Vigilio 56.9 chilometri, San Vigilio – Santa Cristina 66.40, Santa Cristina – Caldaro del Lago 100, Caldaro – Trento 85.11, Trento – Lavarone 49.45, Lavarone – Riva del Garda 79.12. Dislivelli sempre superiori a 2 mila metri, in alcuni casi anche sensibilmente.

Nella coppia Stefano è lo specialista delle strade sterrate, Marco ci è arrivato in un secondo momento dalla bici da strada. “Rispetto al primo tentativo – spiega Ferrando – ci siamo resi conto che l’affiatamento è molto migliorato. In pista è fondamentale per poter condurre una gara giusta per tutti e due. Nei momenti liberi ti fa superare stanchezza, difficoltà e acciacchi”. I mesi di allenamento sono stati lunghi. “Ogni sabato e domenica – aggiunge Marco – almeno cinque, sei ore di bicicletta, cercando di fare del dislivello. L’Ovadese è molto ricco: basta lasciare via Voltri per la salita della Volpina e ti immergi in tante strade, pochissimo asfalto”. Durante la settimana, specie nelle ore invernali, lavoro in palestra o al mattino, spazi ritagliati alla vita di tutti i giorni e al lavoro. “Il percorso è nuovo ogni anno concludono i due – Quest’anno si sviluppava molto più sul territorio italiano. Abbiamo trovato luoghi incantevoli, specie in Tirolo. Ti fermeresti anche ma quando sei in gara pensi a quello”. 

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