‘Discariche abusive in aumento’
Sviluppo sostenibile e ambiente, seconda parte: obiettivo sulla qualità del suolo e sugli effetti del cambiamento climatico. Parla Alberto Maffiotti, direttore del Dipartimento di Alessandria dell'Arpa
Sviluppo sostenibile e ambiente, seconda parte: obiettivo sulla qualità del suolo e sugli effetti del cambiamento climatico. Parla Alberto Maffiotti, direttore del Dipartimento di Alessandria dell'Arpa
Torniamo al suolo. Qual è lo stato di salute? “Buono complessivamente. Questo va detto subito, però stanno aumentando dei fenomeni che finora sono stati sottovalutati. Ma prima vediamo le conseguenze delle azioni dell’uomo. In diverse aree del territorio alessandrino – dice Maffiotti – sono presenti sostanze naturali che da sole non sono un problema. Lo possono diventare quando vengono mosse grandi quantità, come nel caso dei lavori per il terzo valico ferroviario. Il nodo non è la qualità della terra, bensì le azioni necessarie per mettere in sicurezza quanto si sta facendo”. I suoli sono molto inquinati? “Le alterazioni a suoli di pregio si registrano solo in aree specifiche, comunque va detto che le bonifiche da parte dei privati stanno avvenendo in misura maggiore rispetto al passato. Oggi queste aree rappresentano complessivamente poco più dell’uno per cento del territorio. Si parla di problematiche come quelle del cromo del polo chimico di Spinetta o dell’Ecolibarna, interventi importanti, certamente, ma che da un punto di vista dell’impatto riguardano aree circoscritte e rigorosamente sotto controllo. Altri invece sono i fenomeni da monitorare con crescente attenzione”. Quali? “Le discariche abusive e l’abbandono di rifiuti non pericolosi (dagli elettrodomestici al materiale edilizio). La situazione rischia di sfuggire di mano se non si individuano per tempo le aree critiche. Nella zona fra Lu e Cuccaro vi sono campi non più lavorati che nel tempo sono diventati discariche a cielo aperto. Non sono visibili dalle strade e quindi solo per caso sono stati segnalati, ora sono progressivamente sotto controllo, però è un fenomeno di difficile gestione e collegato anche alla crisi economica. Sono molti i privati come le piccole aziende che per non spendere in servizi di smaltimento, o anche solo per mancanza di conoscenza, preferiscono caricare il materiale su un mezzo e abbandonarlo ai bordi di una strada o in mezzo a un campo non coltivato. Siamo di fronte a un fenomeno di inquinamento del suolo di media gravità, ma che può peggiorare quando questo modo di smaltire riguarda i materiali con amianto”.