Contratto ‘distintivo’ per i metalmeccanici
Siglato da Unionmeccanica Confapi e Cgil, Cisl e Uil. L'accordo coinvolge su base nazionale circa 360.000 lavoratori di 34.000 piccole e medie imprese del settore e in provincia sono interessati circa 2.500 lavoratori di una novantina di aziende. Parla il presidente Cozzo
Siglato da Unionmeccanica Confapi e Cgil, Cisl e Uil. L'accordo coinvolge su base nazionale circa 360.000 lavoratori di 34.000 piccole e medie imprese del settore e in provincia sono interessati circa 2.500 lavoratori di una novantina di aziende. Parla il presidente Cozzo
L’ipotesi di accordo prevede “un aumento sui minimi calcolato su base Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato) a partire dal primo novembre 2017 e l’erogazione a titolo di una tantum di ottanta euro nella busta di ottobre 2017. Si prevede – aggiunge poi il presidente di Unionmeccanica Confapi – anche un versamento alla sanità integrativa pari a sessanta euro con decorrenza dal primo gennaio 2018, nonché la continuità dei versamenti all’ente bilaterale che garantirà ulteriori prestazioni alle aziende e ai lavoratori”. Nel 2018, 2019 e 2020 saranno erogati 150 euro come flexible benefit, mentre “sono state adeguate le percentuali di versamento al Fondapi, Fondo di previdenza integrativa, fino ad un massimo del due per cento”. Il contratto, ancora a giudizio di Cozzo, fornisce “un welfare più efficace attraverso l’ente bilaterale. Infatti, per la prima volta in Italia, la corresponsione dei primi tre giorni di malattia non è più a carico delle imprese, ma direttamente erogato dall’ente bilaterale. Vengono inoltre introdotti una serie di servizi e di opportunità per i lavoratori, quali il sostegno economico per lo studio dei figli e l’integrazione in busta paga per chi è in malattia. L’ipotesi di accordo prevede che in sede di stesura del testo contrattuale verranno riformulate, anche alla luce dei cambiamenti normativi intervenuti, le normative contrattuali relative a apprendistato, mercato del lavoro, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, orario di lavoro. Il nostro obiettivo primario è tenere insieme gli interessi di aziende e lavoratori, nella convinzione che l’impresa e il lavoro rappresentino il vero luogo della ripartenza per tutto il Paese”. Una ripartenza non uguale per tutti se, usando le parole di Gian Piero Cozzo, nel Nord Est “la ripresa c’è e non ci sono dubbi, mentre il Piemonte no e le cause hanno radici profonde in tutta la regione con la zona che fra Asti, Alessandria e Casale registra le crisi più diffuse”.
A livello nazionale nazionale l’altro contratto di categoria è quello sottoscritto dai tre sindacati confederali e Federmeccanica (Confindustria) che associa circa 16.000 imprese che occupano 800.000 addetti.