Asl, utile di Bilancio e soldi per le Case della salute
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Asl, utile di Bilancio e soldi per le Case della salute

Investimenti di oltre un milione nelle strutture da potenziare e attivare sul territorio. “Sanità più vicina ai cittadini” commenta Antonio Saitta, assessore regionale, giovedì ad Alessandria

Investimenti di oltre un milione nelle strutture da potenziare e attivare sul territorio. ?Sanità più vicina ai cittadini? commenta Antonio Saitta, assessore regionale, giovedì ad Alessandria

SANITA’ – I conti della sanità non sono solo buoni, ma anzi tornano in utile. E dopo quello dell’azienda ospedaliera di Alessandria (due milioni e 402.000 euro accantonati “per finalità di finanziamento degli investimenti aziendali nel rispetto della programmazione sanitaria regionale”) ora è la volta dell’Asl. Che ha chiuso il Bilancio 2016 con un utile di 1.129.000 euro che verranno interamente utilizzati per la realizzazione e il potenziamento di cinque Case della salute. La somma si aggiunge al milione che Regione Piemonte ha destinato, su un totale di otto, alla provincia di Alessandria per la stessa finalità. I vertici dell’azienda sanitaria guidata da Gilberto Gentili hanno colto l’occasione della presenza di Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità, per presentare i nuovi direttori di struttura complessa e annuncia l’investimento sulle nuove strutture della sanità territoriale. Nel salone della sede aziendale sono schierati i direttori (tranne uno in ferie) che vengono presentati uno per uno: Orazio Barresi (Distretto di Novi – Tortona), Roberta Buosi (Oncologia), Danilo Francesco Chirillo (Ortopedia Casale; proviene dall’Ortopedia dell’ospedale di Alessandria), Massimo D’Angelo (Distretto di Casale), Marialuisa D’Orsi (Farmacia territoriale), Carmine Gianfranco Di Somma (Chirurgia Novi), Francesco Lemut (Anestesia e rianimazione di Casale), Eugenio Rota (Neurologia Novi), Claudio Sasso (Distretto di Acqui – Ovada), Alberto Serventi (Chirurgia Acqui), Roberto Stura (Distretto di Alessandria – Valenza), Federico Tuo (Ostetricia e Ginecologia di Novi). Un breve saluto, poi obiettivi puntati sul risultato di Bilancio e sull’investimento nelle Case della salute. Cinque sono di tipo strutturale e la sesta, Ovada, di tipo funzionale dove esiste già una organizzazione funzionale chiamata ‘Picasso’ ed è garantita la presenza di infermieri di famiglia e comunità (progetto Ifec). L’organizzazione strutturale punta ad assicurare una ampia accessibilità con una apertura minima di dodici ore e servizi che vanno dall’assistenza medica e specialistica a quella sociosanitaria, fino alle prestazioni diagnostiche di base. “Sono strutture complementari e non sostitutive dell’attività ambulatoriale del medici di famiglia. Per loro – spiega Gentili – rappresentano il centro di supporto e interfaccia, in una sede comune, con le aree diagnostiche, specialistiche, sociosanitarie, con l’apporto delle prestazioni infermieristiche, tecnico-sanitarie e amministrative”.

Alla storica, perché prima in ordine di tempo, Casa della salute di Castellazzo Bormida (Distretto di Alessandria) andranno 97.922 euro per il potenziamento e con la stessa finalizzazione verranno assegnati 800.000 euro alla struttura di Valenza (dove resta aperta la complessa gestione dell’ospedale). Per altre tre Case della salute sono invece previsti interventi di attivazione: 216.294 euro per Moncalvo (Distretto di Casale), 727.521 euro per Castelnuovo Scrivia (Distretto di Novi – Tortona), 223.137 euro per Arquata Scrivia (Distretto di Novi – Tortona). Le attività specialistiche di nuova attivazione partiranno fra settembre e dicembre. Sul fronte strutturale l’intervento sulla sede di Castelnuovo Scrivia dovrebbe essere completato fra un anno e mezzo. “Con le Case della salute – è la riflessione ancora di Gentili – la risposta di base del servizio sanitario viene spostata a un livello più vicino al cittadino e alla comunità locale”.

A giudizio di Antonio Saitta, con le Case della salute viene “rimodulata l’offerta sanitaria in funzione della domanda di un tessuto sociale in cui la cronicità e l’invecchiamento della popolazione impongono una diversa organizzazione della cura e delle strutture”. Uno degli obiettivi è “ridurre la via crucis dei pazienti per avere delle risposte alle cose più semplici”, oltre a favorire una cultura diversa anche da parte dei medici di famiglia chiamati “a prendere in carico il malato cronico, sostenuti da una assistenza territoriale autorevole e in grado di dare risposte adeguate e complete”. Una assistenza territoriale in grado, grazie alle Case della salute, di “abbattere il numero di ‘codici bianchi’ che arrivano nei Pronto soccorso degli ospedali” aggiunge Domenico Ravetti, presidente della Commissione Sanità della Regione.
 

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