Nuove aziende crescono, più attente a marketing e ambiente
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Nuove aziende crescono, più attente a marketing e ambiente

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) sostiene le startup nel settore primario. L'opportunità è rappresentata dalle risorse del Piano di sviluppo rurale. Due nuove realtà e un positivo esempio di ricambio generazionale

La Cia (Confederazione italiana agricoltori) sostiene le startup nel settore primario. L'opportunità è rappresentata dalle risorse del Piano di sviluppo rurale. Due nuove realtà e un positivo esempio di ricambio generazionale

ECONOMIA E LAVORO – Quaranta domande accolte e finanziate su 45 presentate dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori). Una percentuale elevata dietro alla quale c’è una realtà di circa il venti per cento di nuove aziende, startup giovanili, sulle quali l’organizzazione presieduta da Gian Piero Ameglio e diretta da Carlo Ricagni sta potenziando i servizi di consulenza. “L’obiettivo – precisano Ameglio e Ricagni – è assistere e tutelare in ogni passaggio dell’iter i giovani che costituiscono una nuova azienda agricola”. L’associazione ha messo a punto una squadra ad hoc per rispondere non solo alla domanda di assistenza tecnica, ma anche per cercare di orientare le scelte economiche, puntando “sull’aspetto commerciale e affiancando alla consulenza tradizionale e finanziaria anche quella sul marketing e su nuove tecniche di coltivazione più attente all’ambiente” aggiungono Franco Piana, Paolo Barbieri, Filippo Gatti e Sonia Perico, responsabili del servizio (Gatti è il segretario provinciale dell’Associazione giovani imprenditori agricoli della Cia). L’opportunità è rappresentata dalle risorse contenute nella misura 6.1 del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 per l’inserimento dei giovani in agricoltura. Su 1.244 domande presentate in Piemonte, sono state 123 quelle presentate in provincia di Alessandria. Complessivamente quelle accolte e finanziate sono state 881 in regione e 93 nell’Alessandrino.

La Cia ha deciso di aprire in tutte le sedi (Alessandria, Acqui, Casale, Novi, Ovada e Tortona) il servizio di consulenza per “stimolare le aziende agricole a diventare imprese a tutto tondo, valutando sia gli investimenti, sia i capitali”. Le novità cominciano a non mancare. Due progetti sono in fase di attuazione proprio in queste settimane. Il primo è quello di Caterina Ferrario che a Cremolino ha rilevato un’area in stato di abbandono di circa sei ettari complessivi, di cui tre a vigneto e gli altri dedicato allo sviluppo di due differenti attività: un microbirrificio e l’apicoltura. Due giovani di Torino hanno scelto di lasciare il capoluogo regionale e in frazione San Lorenzo di Vignale hanno acquistato un cascinale abbandonato con l’obiettivo di aprire una attività di agricolturismo e una piccola cantina dove mescolare vino, arte e natura per fare vita a una proposta fuori dagli schemi tradizionali.

Un altro esempio, non di nuova azienda, bensì di ricambio generazionale, arriva da Ponzone con i fratelli Mariangela, Fedele e Francesco Lauria che hanno preso le redini dell’azienda fondata dal padre alla fine degli anni Novanta e hanno modificato la gestione imprenditoriale, curando l’intera filiera produttiva dei formaggi da latte caprino. Da poche unità di capre, oggi la ‘San Lorenzo’ ha quasi trecento capi, punta a una quarantina di prodotti fra formaggette, tronchetti caprini, tomette, piramidi, lingotti. Attenta all’ambiente (“C’è un impianto fotovoltaico che permette di utilizzare energia pulita per il lavoro di tutti i giorni, utilizziamo acqua di sorgente per gli animali, siamo a 640 metri di altezza dove le capre hanno a disposizione prati buoni e incontaminati”), l’azienda ha avviato anche un percorso di diversificazione con un agriturismo. “Una fattoria didattica, da un lato, e una esperienza ‘agrisociale’, dall’altro sono le nuove, prossime sfide” annuncia Mariangela.  

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