‘L’etichetta resta anonima per un terzo della spesa’
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‘L’etichetta resta anonima per un terzo della spesa’

Analisi e consigli durante l'incontro promosso ad Alessandria dalla Coldiretti per combattere i rischi dell'italian sounding

Analisi e consigli durante l'incontro promosso ad Alessandria dalla Coldiretti per combattere i rischi dell'italian sounding

ECONOMIA E LAVORO – Rispettando l’appuntamento che coincide con il Marzo Donna alessandrino e in perfetta coerenza con una politica associativa che vede l’organizzazione marciare spesso da sola rispetto a grandi tematiche agroalimentari e agroindustriali, Coldiretti Alessandria ha puntato l’obiettivo, ieri pomeriggio nella sede del Centro di incontri Galimberti, sulle etichette dei prodotti alimentari. Lo ha fatto partendo da un dato pesante: l’etichetta resta anonima per un terzo della spesa. Declinando il titolo dell’incontro – “La spesa svelata – Stop alle speculazioni, etichette senza segreti” – in diversi i modi i relatori hanno acceso i riflettori su aspetti non nuovi, ma sempre di assoluta attualità. Mentre Leandro Grazioli, direttore provinciale Coldiretti, nell’aprire la riunione ha rilanciato uno degli argomenti forti dell’associazione, la lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani che “potrebbe fare nascere trecentomila nuovi posti di lavoro”.

A Graziella Boveri (responsabile Donne Impresa Coldiretti Piemonte), Daniele Giaccone (responsabile Ufficio tecnico, ricerca e sviluppo Arapiemonte, associazione regionale allevatori), Gianmaria Alborino (medico nutrizionista), Ernesto Pasquale (Adiconsum), Maria Teresa Gotta (assessore comunale alle Politiche di genere) il compito di analizzare dal quadro normativo al comportamento del consumatore, senza dimenticare i rischi dell’italian sounding (prodotti non italiani che copiano quelli autentici) causati “dal fatto che non esiste ancora per tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta”. Un obbligo per il quale Coldiretti ha dato vita a lunghe battaglie e che ora è pronta a un nuovo passo: l’entrata in vigore dell’obbligo “di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto – spiega Grazioli – nello schema di decreto condiviso dai Ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico che è già stato inviato alla Commissione Europea”.

Se i consumatori devono stare più attenti alle etichette (se alcune informazioni non sono ancora obbligatorie, c’è da dire che però molte altre sono presenti: il problema è che non sono scritte in modo troppo chiaro), è anche vero che un modo per essere più sicuri di quello che si sta acquistando esiste: il prodotto a chilometro zero. Coldiretti (come le altre organizzazioni di categoria, Confgricoltura e Confederazione italiana agricoltori) ha scelto di investire nei mercati di vendita dei prodotti del territorio che significano non solo “sostegno all’economia e all’occupazione locale”, ma anche “tutela dell’ambiente e del paesaggio”.  

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