‘L’etichetta resta anonima per un terzo della spesa’
Analisi e consigli durante l'incontro promosso ad Alessandria dalla Coldiretti per combattere i rischi dell'italian sounding
Analisi e consigli durante l'incontro promosso ad Alessandria dalla Coldiretti per combattere i rischi dell'italian sounding
A Graziella Boveri (responsabile Donne Impresa Coldiretti Piemonte), Daniele Giaccone (responsabile Ufficio tecnico, ricerca e sviluppo Arapiemonte, associazione regionale allevatori), Gianmaria Alborino (medico nutrizionista), Ernesto Pasquale (Adiconsum), Maria Teresa Gotta (assessore comunale alle Politiche di genere) il compito di analizzare dal quadro normativo al comportamento del consumatore, senza dimenticare i rischi dell’italian sounding (prodotti non italiani che copiano quelli autentici) causati “dal fatto che non esiste ancora per tutti gli alimenti l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta”. Un obbligo per il quale Coldiretti ha dato vita a lunghe battaglie e che ora è pronta a un nuovo passo: l’entrata in vigore dell’obbligo “di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto – spiega Grazioli – nello schema di decreto condiviso dai Ministeri delle Politiche agricole e dello Sviluppo economico che è già stato inviato alla Commissione Europea”.
Se i consumatori devono stare più attenti alle etichette (se alcune informazioni non sono ancora obbligatorie, c’è da dire che però molte altre sono presenti: il problema è che non sono scritte in modo troppo chiaro), è anche vero che un modo per essere più sicuri di quello che si sta acquistando esiste: il prodotto a chilometro zero. Coldiretti (come le altre organizzazioni di categoria, Confgricoltura e Confederazione italiana agricoltori) ha scelto di investire nei mercati di vendita dei prodotti del territorio che significano non solo “sostegno all’economia e all’occupazione locale”, ma anche “tutela dell’ambiente e del paesaggio”.