Quello che Asl e sindacati non dicono
Dalla revisione dei Distretti alle Case della Salute, dagli accordi con i medici di famiglia alla riorganizzazione ospedaliera: un incontro tra confederali e direzione dell'azienda viene raccontato dopo un mese, mentre i soldi non ci sono...
Dalla revisione dei Distretti alle Case della Salute, dagli accordi con i medici di famiglia alla riorganizzazione ospedaliera: un incontro tra confederali e direzione dell'azienda viene raccontato dopo un mese, mentre i soldi non ci sono...
Sul merito di alcuni punti, poi, le perplessità non mancano. A cominciare proprio dalle Case della Salute. “I progetti – si legge sulla nota dell’Asl – si basano sia su realtà organizzative e strutturali già esistenti, ma che richiedono di essere ancora completate, sia su ambiti che necessitano di interventi consistenti. Appartengono alla prima categoria le strutture di Castellazzo Bormida e Ovada in cui sarà potenziato il progetto ‘Picasso’, iniziativa che ha assunto rilevanza nazionale. A Moncalvo è presente una struttura su cui si è già investito molto e che necessita, per il completamento, di un impegno supplementare. A Castelnuovo Scrivia il sindaco è molto favorevole all’iniziativa, ma i costi da sostenere sono assai elevati. Per Valenza l’Asl ha ricevuto direttive perché abbandoni l’ex Mauriziano che ha costi di gestione annuali di circa 500.000 euro cui si aggiungono le spese di affitto, perciò si sta cercando una soluzione logistica adeguata”. Si sta cercando, dice l’azienda sanitaria, mentre a Valenza la politica litiga sul mantenimento del Mauriziano e la difesa di uno status quo che appare al contrario indifendibile, se le cose stanno davvero così.
Se la Casa della Salute “è deputata a svolgere una funzione di filtro delle situazioni meno gravi per le quali i pazienti si rivolgono al Pronto Soccorso, oltre ad intercettare le cronicità presenti sul territorio offrendo risposte innovative (quali ad esempio, dove possibile, la presenza di un neurologo)”, cosa si pretende da una sanità sempre più in sofferenza per questioni economiche? A Ovada, per esempio, l’Asl ha attivato la procedura per la nomina del primario della lungodegenza, però “sta riscontrando difficoltà” a reclutare un medico per il Pronto Soccorso perché il numero di accessi è “troppo limitato”.
Non è tutto. Rispetto ai professionisti da impiegare delle Case della Salute, l’Asl ammette di non avere “stipulato un’intesa con i rappresentanti dei medici di famiglia”, ma ritiene che “si debbano creare le condizioni perché siano presenti nelle strutture, oltre ad alcuni specialisti come il cardiologo o il neurologo”. L’analisi finale è punta al bicchiere mezzo pieno quando parla del coinvolgimento dei medici di medicina generale nelle Case della Salute “con modalità organizzative flessibili: un apporto professionale essere limitato ad alcune attività, ma che può anche arrivare a una presenza a tempo pieno all’interno delle strutture. Il loro coinvolgimento è un obiettivo dell’azienda, ma non pregiudica l’avvio delle attività della struttura”. Come dire, iniziamo poi aggiustiamo in corsa. Se ci saranno risorse e professionisti disponibili.