Braccio di ferro e Olivia? “Io te li faccio con l’uncinetto”
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
5 Marzo 2017
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Braccio di ferro e Olivia? “Io te li faccio con l’uncinetto”

L'ovadese Lucia Zappaterra ha fatto sua una tecnica giapponese che consente di riprodurre personaggi dei cartoni e della fantasia. "Ho sempre lavorato a maglia. Ma l'uncinetto è il divertimento puro"

L'ovadese Lucia Zappaterra ha fatto sua una tecnica giapponese che consente di riprodurre personaggi dei cartoni e della fantasia. "Ho sempre lavorato a maglia. Ma l'uncinetto è il divertimento puro"

OVADA – I protagonisti dei cartoni animati prendono vita e diventano tridimensionali così come gli animali e i folletti celtici , grazie alle mani dell’ovadese Lucia Zappaterra. “Dopo anni di uncinetto classico e tantissimi lavori svolti, un anno fa- racconta la Zappaterra- guardando su internet mi sono imbattuta nella tecnica giapponese dell’amigurumi e mi sono innamorata di questi realistici “peluche” che vedevo sullo schermo”. Amigurumi è infatti l’insieme delle due parole giapponesi “ami” cioè lavorare all’uncinetto o a maglia e “gurumi” che significa peluche. “Ci sono diversi passaggi per arrivare al prodotto finito-spiega Zappaterra- lo studio del soggetto, la creazione dei singoli pezzi ed infine l’assemblaggio. Nella creazione di Braccio di Ferro ad esempio con i punti base dell’uncinetto ho realizzato una “sacca ” delle dimensioni del corpo, poi quella delle braccia delle mani delle gambe. In seguito per dare tridimensionalità le riempirò con il poliestere in modo da dare la forma desiderata. Ultimate tutte le parti si arriva all’assemblaggio mediante cucitura. Finito il peluche principale si continua con tutti gli elementi che lo compongono : le dita delle mani, i capelli e la creazione di piccoli oggetti che lo caratterizzano come pipe e occhiali”.

 

La tecnica giapponese pone molta attenzione ai dettagli, vengono utilizzati anche fili di ferro per creare piccoli dettagli o semplicemente chicchi di riso per dare stabilità al peluche. Inoltre si usa la lana acrilica in modo che si possano lavare facilmente senza che si infeltriscano. “All’inizio è stata quasi una sfida – racconta Lucia- volevo vedere se riuscivo a riprodurne almeno un personaggio. Non essendo una tecnica molto conosciuta in Italia mi sono imbattuta in “tutorial” in lingua spagnola che conosco essendo stata dall’età di 6 anni fino ai 16 nel Sud America in Paraguay, la terra dove ho imparato i primi rudimenti di cucito che poi è diventata la mia passione a cui dedico almeno un’ora al giorno tutti i giorni”. I peluche richiedono molte ore di lavoro e ovviamente grande manualità e passione. “Uso i ferri e la lana per fare maglioni e sciarpe ma l’uncinetto è un piacere puro, la soddisfazione di pensare al lavoro finito è quello che mi spinge a continuare ed a cercare sempre nuove sfide”.

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