‘Cassa’, profonde contraddizioni
Cala a livelli nazionale, aumenta in Piemonte, con la provincia di Alessandria che a gennaio registra un -23,4 per cento, mentre la vicina Asti deve fare i conti con un +463,1 per cento. L'andamento per settori
Cala a livelli nazionale, aumenta in Piemonte, con la provincia di Alessandria che a gennaio registra un -23,4 per cento, mentre la vicina Asti deve fare i conti con un +463,1 per cento. L'andamento per settori
Diversificato l’andamento per territori. Nel confronto tra gennaio 2017 e dicembre 2016 il balzo maggiore è stato quello di Asti con un +463,1 per cento, seguita da Cuneo +168,4 per cento, Vercelli +68,7 per cento e Torino +33,9 per cento. Invece Alessandria apre il capitolo del segno meno con un -23,4 per cento, seguita da Verbania -38,2 per cento, Novara -78,4 per cento e Biella -91,8 per cento. Torino, con 3.917.529 ore, si conferma provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Bari e Milano.
Lo scorso anno era stato chiuso all’insegna del dato negativo: meno 36,3 per cento fra i mesi di novembre e dicembre. Altrettanto marcata la differenza tra 2015 e 2016 con un meno 27,9 per cento. È su questa entità che si è assestato il calo delle ore autorizzate di cassa integrazione in provincia di Alessandria. Una diminuzione netta, ma che non corrisponde a un miglioramento generalizzato dello stato di salute dell’economia. Le modifiche normative hanno avuto un peso nel calcolo del ricorso all’ammortizzatore sociale, così come le chiusure di attività e la conclusione di processi di ristrutturazione hanno ridotto in modo sensibile l’uso della ‘cassa’. Erano i dati emersi dal dodicesimo Rapporto nazionale Uil sulla cassa integrazione realizzata dal Servizio Politiche del lavoro della Uil.
Ancora il rapporto della Uil (il sindacato provinciale è guidato da Aldo Gregori) che rispetto ai settori produttivi evidenzia come la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto con dicembre, è stata per l’industria di +47,9 per cento, edilizia -20,5 per cento, artigianato -12,5 per cento, commercio -76,4 per cento, Settori vari -100 per cento, per un totale di +22,2 per cento. A giudizio di Gianni Cortese, segretario generale Uil del Piemonte: “Nel corso dell’anno scopriremo gli effetti, certamente non positivi, della soppressione della cassa in deroga e della mobilità, sostituiti da ammortizzatori che allargano la platea dei destinatari, ma riducono il periodo di fruizione”.