‘Cassa’, profonde contraddizioni
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‘Cassa’, profonde contraddizioni

Cala a livelli nazionale, aumenta in Piemonte, con la provincia di Alessandria che a gennaio registra un -23,4 per cento, mentre la vicina Asti deve fare i conti con un +463,1 per cento. L'andamento per settori

Cala a livelli nazionale, aumenta in Piemonte, con la provincia di Alessandria che a gennaio registra un -23,4 per cento, mentre la vicina Asti deve fare i conti con un +463,1 per cento. L'andamento per settori

ECONOMIA E LAVORO – Andamento contraddittorio in Piemonte per la richiesta di cassa integrazione. A livello nazionale, a inizio 2017, è stato registrato un calo. In Piemonte è invece aumentata, anche se a livello provinciale le differenze sono molto marcate. Come sempre sono i dati del Servizio politiche attive e passive del lavoro della Uil nazionale ad accendere i riflettori sui dati di utilizzo dell’ammortizzatore sociale. In Italia, a gennaio, sono state richieste 30.603.519 ore di cassa integrazione con una riduzione, rispetto a dicembre 2016, del 19 per cento. La domanda in Piemonte è stata di 5.256.113 ore, con un aumento del 22,2 per cento frutto del calo della cassa ordinaria (-35,5 per cento), del netto incremento della straordinaria (+58,1 per cento) e della diminuzione di quella in deroga (-25,7 per cento). “A gennaio – si legge su una nota della Uil – i lavoratori piemontesi tutelati sono stati 30.918, con un aumento di 5.607 unità rispetto a dicembre”

Diversificato l’andamento per territori. Nel confronto tra gennaio 2017 e dicembre 2016 il balzo maggiore è stato quello di Asti con un +463,1 per cento, seguita da Cuneo +168,4 per cento, Vercelli +68,7 per cento e Torino +33,9 per cento. Invece Alessandria apre il capitolo del segno meno con un -23,4 per cento, seguita da Verbania -38,2 per cento, Novara -78,4 per cento e Biella -91,8 per cento. Torino, con 3.917.529 ore, si conferma provincia più cassaintegrata d’Italia, seguita da Bari e Milano.

Lo scorso anno era stato chiuso all’insegna del dato negativo: meno 36,3 per cento fra i mesi di novembre e dicembre. Altrettanto marcata la differenza tra 2015 e 2016 con un meno 27,9 per cento. È su questa entità che si è assestato il calo delle ore autorizzate di cassa integrazione in provincia di Alessandria. Una diminuzione netta, ma che non corrisponde a un miglioramento generalizzato dello stato di salute dell’economia. Le modifiche normative hanno avuto un peso nel calcolo del ricorso all’ammortizzatore sociale, così come le chiusure di attività e la conclusione di processi di ristrutturazione hanno ridotto in modo sensibile l’uso della ‘cassa’. Erano i dati emersi dal dodicesimo Rapporto nazionale Uil sulla cassa integrazione realizzata dal Servizio Politiche del lavoro della Uil.

Ancora il rapporto della Uil (il sindacato provinciale è guidato da Aldo Gregori) che rispetto ai settori produttivi evidenzia come la variazione percentuale della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto con dicembre, è stata per l’industria di +47,9 per cento, edilizia -20,5 per cento, artigianato -12,5 per cento, commercio -76,4 per cento, Settori vari -100 per cento, per un totale di +22,2 per cento. A giudizio di Gianni Cortese, segretario generale Uil del Piemonte: “Nel corso dell’anno scopriremo gli effetti, certamente non positivi, della soppressione della cassa in deroga e della mobilità, sostituiti da ammortizzatori che allargano la platea dei destinatari, ma riducono il periodo di fruizione”. 

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