La crisi falcia ancora gli artigiani
Un 2016 di difficoltà per il tessuto piemontese con Alessandria che deve fare i conti con una buona rete di imprese, però anche con una criticità maggiore del resto del Piemonte. I dati di UnionCamere
Un 2016 di difficoltà per il tessuto piemontese con Alessandria che deve fare i conti con una buona rete di imprese, però anche con una criticità maggiore del resto del Piemonte. I dati di UnionCamere
E Alessandria? In provincia la distribuzione è analoga a quella delle società imprenditoriali. Se un’impresa artigiana su due ha sede nel capoluogo regionale, a Cuneo si concentra il 14,8 per cento per cento delle realtà, mentre subito dopo segue Alessandria, con il 9,4 per cento, Novara, con il 7,8 per cento. Le altre province evidenziano quote inferiori o pari al 5 per cento. Le criticità, l’anno scorso, si sono fatte sentire in tutti il tessuto regionale con a Biella (-2,43 per cento), Vercelli (-2,39), Alessandria (-2,01) e Cuneo (-1,25). Il dato migliore di quello piemontese, pur sempre negativo, arriva invece da Verbania -0,98 per cento, Torino -0,88 e Asti e Novara -0,75. ““Il tessuto artigiano piemontese continua a soffrire, mostrando fragilità in tutti i territori provinciali e nei tradizionali settori produttivi, sebbene le tendenze positive del comparto dei servizi ci diano qualche segnale di speranza” dice Ferruccio Dardanello, presidente di UnionCamere Piemonte, che subito dopo ribadisce come “microcredito, reti d’impresa, internazionalizzazione, sburocratizzazione e innovazione sono gli strumenti su cui dobbiamo puntare per dare fiducia alle imprese artigiane e permettere loro di crescere e competere”.