La crisi falcia ancora gli artigiani
Home

La crisi falcia ancora gli artigiani

Un 2016 di difficoltà per il tessuto piemontese con Alessandria che deve fare i conti con una buona rete di imprese, però anche con una criticità maggiore del resto del Piemonte. I dati di UnionCamere

Un 2016 di difficoltà per il tessuto piemontese con Alessandria che deve fare i conti con una buona rete di imprese, però anche con una criticità maggiore del resto del Piemonte. I dati di UnionCamere

ECONOMIA E LAVORO – Un 2016 di difficoltà per il tessuto artigianale piemontese. Con Alessandria che deve fare i conti con una buona rete di attività, però anche con una criticità maggiore del resto del Piemonte. Le imprese artigiane, nonostante le perduranti difficoltà, comunque si sono confermate, anche l’anno scorso, una parte importante del tessuto produttivo regionale: in Piemonte, infatti, più di un’azienda su quattro è artigiana (il 28 per cento circa), contro un media italiana pari al 22,1 per cento. Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come l’anno appena concluso sia stato ancora critico per questa parte del sistema imprenditoriale locale: se le imprese piemontesi hanno registrato complessivamente, nel periodo gennaio-dicembre 2016, un tasso di crescita lievemente negativo (-0,12 per cento), il comparto artigiano, in linea con la media nazionale, nel medesimo lasso temporale ha subìto una flessione più importante della propria base imprenditoriale (-1,16 per cento). “Le imprese artigiane nate complessivamente sul territorio piemontese nel – si legge su una nota di UnionCamere regionale – 2016 sono state 8.440. Al netto delle 9.878 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo (-1.438 unità), dinamica che porta a 122.099 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2016 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

E Alessandria? In provincia la distribuzione è analoga a quella delle società imprenditoriali. Se un’impresa artigiana su due ha sede nel capoluogo regionale, a Cuneo si concentra il 14,8 per cento per cento delle realtà, mentre subito dopo segue Alessandria, con il 9,4 per cento, Novara, con il 7,8 per cento. Le altre province evidenziano quote inferiori o pari al 5 per cento. Le criticità, l’anno scorso, si sono fatte sentire in tutti il tessuto regionale con a Biella (-2,43 per cento), Vercelli (-2,39), Alessandria (-2,01) e Cuneo (-1,25). Il dato migliore di quello piemontese, pur sempre negativo, arriva invece da Verbania -0,98 per cento, Torino -0,88 e Asti e Novara -0,75. ““Il tessuto artigiano piemontese continua a soffrire, mostrando fragilità in tutti i territori provinciali e nei tradizionali settori produttivi, sebbene le tendenze positive del comparto dei servizi ci diano qualche segnale di speranza” dice Ferruccio Dardanello, presidente di UnionCamere Piemonte, che subito dopo ribadisce come “microcredito, reti d’impresa, internazionalizzazione, sburocratizzazione e innovazione sono gli strumenti su cui dobbiamo puntare per dare fiducia alle imprese artigiane e permettere loro di crescere e competere”. 

Articoli correlati
Leggi l'ultima edizione