Demografia: a sorpresa crescono Belforte e Silvano
Hanno i numeri più significativi osservando gli ultimi dieci anni. Segno più anche per Cassinelle e Trisobbio che crescono di qualche unità rispetto allo scorso anno
Hanno i numeri più significativi osservando gli ultimi dieci anni. Segno più anche per Cassinelle e Trisobbio che crescono di qualche unità rispetto allo scorso anno
OVADA – Il saldo, in fin dei conti, non si discosta troppo dallo scorso anno. Rispetto a dodici mesi fa – quando i dati riscontrati spingevano verso i 15.500 abitanti – si è passati a un 15.289 che somiglia tanto al 15.007 di dieci anni fa. Eppure la statistica non è lineare come si potrebbe pensare, visto che nel 2012 il territorio ovadese ha toccato un picco difficilmente eguagliabile. Quasi 30 mila abitanti (considerando anche Ovada, esclusa al momento da questa rilevazione) con alcuni comuni – come per esempio Silvano d’Orba – sempre al di sopra dei duemila residenti. Oggi, come anticipato, basta osservare il numero dei nuovi nati (75) e confrontarlo con quello dei deceduti (oltre duecento) per ottenere un risultato negativo. Ma non è così per tutti i tredici comuni limitrofi rispetto al centro zona – Belforte, Carpeneto, Casaleggio, Cassinelle, Castelletto, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldo, Rocca, Silvano, Tagliolo e Trisobbio – dove, a dispetto di un numero stabile di matrimoni (circa 80 tra religiosi e civili), non si registra alcuna unione civile tra persone dello stesso sesso, come previsto dalla legge “Cirinnà” pubblicata lo scorso mese di giugno. In aumento gli stranieri (828).
Quelli con il segno più Tra i paesi che si discostano da questa statistica troviamo Belforte Monferrato (523 residenti contro i 449 del 2006) e a Silvano d’Orba (1.990 attuali a 1.860). “E dire – precisa Ivana Maggiolino, sindaco di Silvano – che fino a qualche anno fa eravamo stabilmente oltre i due mila abitanti. Da qualche anno, invece, questo trend si è invertito”. Anche il Comune di Belforte, passato alla ribalta sui media nazionali per avere più posti di lavoro rispetto al numero degli abitanti, vanta un saldo positivo in tal senso. “Ma noi non siamo più bravi degli altri – dice il sindaco, Franco Ravera –. Puntiamo semplicemente a tutelare i nostri cittadini, offrendo tutti i servizi principali e garantendo una certa tranquillità. Credo, poi, che la vicinanza col casello autostradale possa agevolare in qualche modo la popolazione”. Dice di non avere una ricetta il primo cittadino per questo dato in netta controtendenza. Eppure qualcosa ci dovrà pur essere. Da anni si dice che il paese è ricco e che i servizi costano meno rispetto alle aree immediatamente vicine. “C’è un atmosfera molto famigliare – racconta Alberto Carraro, 40 anni impiegato in banca oramai stabilitosi ai piedi del casello –. Qualche hanno fa gli abitanti sono stati coinvolti dal sindaco in decisioni importanti per il futuro del paese. Il punto debole del paese? Non c’è un centro vero e proprio. Ma tutti i negozi di fatto sono a portata di mano”. Nel 2012 è stato inaugurato un potabilizzatore da 20 litri d’acqua al secondo, quasi tre volte quello che è l’attuale consumo del paese. Per costruire l’impianto, ci sono voluti 320 mila euro (270 mila dalla Regione), sacrifici e una buona dose di coraggio. Se il casello non è un richiamo per gli abitanti sicuramente lo è per le aziende. E così il paese genera più di 700 posti di lavoro. “Abbiamo 80 bambini nelle scuole – dice Ravera -. Fuggire non è più l’unica alternativa al lavoro nei campi”.
Quelli con il segno meno Saldo negativo, in compenso, per il Comune di Molare, passato dai 2.195 abitanti di dieci anni fa (cresciuti negli anni successivi fino a 2.235) ai 2.158 attuali. Un trend tutto sommato simile a quello annunciato nel titolo, che coinvolge la maggior parte del paesi dell’Ovadese. In calo anche Montaldo (655 unità, quaranta in meno rispetto al 2006), Castelletto d’Orba (poco più di duemila abitanti, erano 2.023) e Casaleggio (370 residenti). Solo questi quattro Comuni – sui tredici analizzati – hanno chiuso lo scorso anno con il segno meno, a fronte di una perdita totale quantificabile in 118 unità.