Quale futuro per l’ex caserma della Guardia di Finanza?
Con laccorpamento del corpo ai Carabinieri, di fatto, tutto è tornato in discussione. Ufficialmente nessuno parla, anche perché non esisterebbe un provvedimento messo nero su bianco. In realtà, il rischio serio è quello di un nuovo abbandono.
Con l?accorpamento del corpo ai Carabinieri, di fatto, tutto è tornato in discussione. Ufficialmente nessuno parla, anche perché non esisterebbe un provvedimento messo nero su bianco. In realtà, il rischio serio è quello di un nuovo abbandono.
OVADA – L’idea di ricavare alloggi di ediliza popolare nella struttura occupata fino a pochi anni fa dalla Guardia di Finanza era già balenata tra gli addetti ai lavori di Palazzo Delfino. Ma con l’arrivo della Guardia Forestale non se ne fecero nulla di questa proprosta, respinta con decisione proprio per far posto all’ente sito in via Gramsci. Ora sembra essere di nuovo un rebus il futuro dell’ex caserma delle Fiamme Gialle di corso Martiri della Libertà. La recente ristrutturazione completa dell’edificio – inizialmente valorizzato, almeno sulla carta, con l’intenzione di farne un riferimento logistico anche per le stazioni di Gavi e di Acqui – non basterà probabilmente a salvare la tenenza, mantenuta attiva fino ad ora da due addetti della Guardia Forestale.
Con l’accorpamento del corpo ai Carabinieri, di fatto, tutto è tornato in discussione. Oggi il cancello d’entrata al giardino antistante, ripulito dalle antiestetiche erbacce che per molti mesi hanno dominato gli spazi aperti, è socchiuso. Ufficialmente nessuno parla, anche perché non esisterebbe un provvedimento messo nero su bianco. In realtà, il rischio serio è quello di un nuovo abbandono. In ballo, anche se l’ipotesi sembra essere più sfumata, il trasferimento dalla caserma posta accanto dei Carabinieri stessi sottoposti nella loro attuale sede, anch’essa oggetto di recenti lavori di adeguamento, al pagamento di un affitto. A meno che non torni in ballo la proposta avanzata tempo fa da Palazzo Delfino, socchiusa momentaneamente in un cassetto in attesa di sviluppi concreti.