Da Belforte all’Argentina: gli Scooters e la Messa di Natale
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Redazione Ovadese  
24 Dicembre 2016
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Da Belforte all’Argentina: gli Scooters e la Messa di Natale

La trasmissione in mondovisione - andata in onda il 23 dicembre del 1971 - doveva in qualche modo essere l’antipasto di una nuova visita messa in programma per i primi giorni di gennaio. Ad attenderli Crocco, Ferrari, Mazza, Sorrenti e Bocca avrebbero trovato la stessa quantità di persone esaltata dal sound che il gruppo aveva sviluppato negli anni precedenti

La trasmissione in mondovisione - andata in onda il 23 dicembre del 1971 - doveva in qualche modo essere l?antipasto di una nuova visita messa in programma per i primi giorni di gennaio. Ad attenderli Crocco, Ferrari, Mazza, Sorrenti e Bocca avrebbero trovato la stessa quantità di persone esaltata dal sound che il gruppo aveva sviluppato negli anni precedenti

BELFORTE MONFERRATO – “Dalla Chiesa di Belforte Monferrato, il più piccolo paese dell’Alto Monferrato, ai teleschermi dell’America Latina, in diretta via satellite”. Recitava così l’incipit dell’articolo apparso sulla Gazzetta del Popolo, nell’edizione provinciale pubblicata poco meno di quarantacinque anni fa, il 23 dicembre del 1971. Protagonisti principali di quest’avventura così insolita per l’Ovadese Dino Crocco, Fred Ferrari, Mirko Mazza, Franco Sorrenti e Mario Bocca, ovvero gli Scooters, il gruppo musicale che a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70 ha raggiunto una popolarità vastissima, tanto da far arrivare l’eco delle sue canzoni anche dall’altra parte del mondo. In realtà la trasmissione in diretta non ci fu mai, i permessi necessari per la diretta non arrivarono. E così i tecnici giunti dall’Argentina registrarono per poi trasmettere successivamente. Stuzzicava, nel paese sudamericano, l’idea di una trasmissione natalizia così insolita, abbinata a un gruppo musicale che quell’anno aveva già raggiunto una notorietà consolidata. Nella primavera precedente i cinque artisti ovadesi avevano portato a termine una serie di esibizioni dal vivo coronata da un successo travolgente, in particolare nella data del locale Enterprise di Mar del Plata. “La motoretta”, il brano che aveva regalato il primo sprazzo di gloria, vendendo più di un milione di copie, aveva già cinque anni e rappresentava il cavallo di battaglia atteso da tutti.

E’ proprio la Gazzetta di quel 23 dicembre che riporta l’aneddoto di tanta gente intenzionata a non far ripartire il gruppo, se non dopo la promessa di un ritorno in tempi abbastanza celeri. Il fermento dovuto a quell’evento, come ovvio travolse anche il piccolo paese. “Don Vadro Pollarolo – si legge nell’articolo – per permettere a quanta più gente possibile di assistere alla celebrazione ha allestito anche un impianto televisivo a circuito chiuso. Una telecamera riprenderà quanto accadrà in chiesa e lo ritrasmetterà anche nell’adiacente salone dell’oratorio”. Potenza di un religioso che era anche un tecnico elettronico. “La stessa piazza – si chiudeva l’articolo – e l’oratorio saranno riscaldati”. A testimonianza dell’eccezionalità dell’intervento della trasmissione in Argentina si interessò direttamente Velasco Ferrero, il “Pippo Baudo” argentino di quel periodo. La trasmissione in mondo visione doveva in qualche modo essere l’antipasto di una nuova visita messa in programma per i primi giorni di gennaio. Ad attenderli Crocco, Ferrari, Mazza, Sorrenti e Bocca avrebbero trovato la stessa quantità di persone esaltata dal sound che il gruppo aveva sviluppato negli anni precedenti e era valsa loro anche la “convocazione” a Londra alla BBC per il programma “International cabaret” e una “quasi partecipazione” al festival di San Remo per affiancare Antoine.

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