Poesie in dialetto per ricordare l’Ovada che fu
Il volume - pubblicato in questi giorni dalla Pro Loco di Ovada e in vendita presso lufficio Iat di via Cairoli - sarà presentato stasera, a partire dalle 21, presso la Soms di Ovada
Il volume - pubblicato in questi giorni dalla Pro Loco di Ovada e in vendita presso l?ufficio Iat di via Cairoli - sarà presentato stasera, a partire dalle 21, presso la Soms di Ovada
OVADA – “Il trenino da Novi ad Ovada era ai suoi tempi rinomato aveva in testa una vaporiera che i vagoni si tirava dietro”. Ha il sapore di un’Ovada diversa, ovattata nei colori pastello delle riproduzioni d’epoca, la città rappresentata dalle poesie dialettali di Tonino Tassistro. “Ei vèin, da pôstu o ambutigiò, l’è i mei de ‘i moundo s’ l’è propi d’Uò o di paixi bei di dinturni”. In questo modo Colombo Gaione descriveva il Dolcetto della zona. Contiene proprio poesie in dialetto “Ut suvè me l’eira”, il volume pubblicato in questi giorni dalla Pro Loco di Ovada e in vendita presso l’ufficio Iat di via Cairoli. Il volume sarà presentato stasera, a partire dalle 21.00, presso la Soms di Ovada.
“Il mezzo utilizzato è la poesia dialettale che non solo ha un suo valore letterario, ma rappresenta un ricordo del modo di vivere e di pensare degli Ovadesi – spiega il presidente della Pro Loco, Tonino Rasore – attraverso uno spaccato di vita quotidiana, di mestieri, di avvenimenti di un recente passato” e prosegue: “L’intento è anche quello di alimentare negli Ovadesi un senso di appartenenza attraverso il ricordo di luoghi fisici e della memoria, in modo che il nostro patrimonio culturale, agricolo, artigianale, artistico, storico non venga dimenticato ma valorizzato in futuro”. “I s’bun duvet l’è d’pale steia, d’pigula ruça e axnele d’vlü: ‘n tra focia u t’réia e i so virtù da meravié chi u ‘l po mangé”. Scriveva ancora così Colombo Gaione del Dolcetto. Questo buon dolcetto ha la buccia sottile, il picciuolo rosso, gli acini di velluto”.