Cala l’export, dopo un 2015 ‘anomalo’
I dati diffusi da UnionCamere vedono un segno 'meno' per la provincia di Alessandria, dove però ha pesato l'andamento molto particolare che l'anno scorso ha segnato tutto il comparto orafo e gioielliero
I dati diffusi da UnionCamere vedono un segno 'meno' per la provincia di Alessandria, dove però ha pesato l'andamento molto particolare che l'anno scorso ha segnato tutto il comparto orafo e gioielliero
La recente rilevazione di UnionCamere Piemonte fotografa una situazione che abbraccia nove mesi del 2016 durante i quali il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 32,6 miliardi di euro, registrando una contrazione del 4,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015. “La dinamica tendenziale dell’export nazionale nei primi nove mesi dell’anno è scaturita da andamenti differenziati registrati nei diversi territori della penisola. In particolare – si legge su una nota – si sono registrati incrementi delle vendite oltre confine sia nell’Italia meridionale (+10,6 per cento) che in quella nord-orientale e centrale (+1,5 per cento per entrambe). Cali delle esportazioni, invece, hanno contraddistinto l’Italia insulare (-21,3 per cento) e quella nord-occidentale (-0,8 per cento)”. Nonostante il risultato negativo nel periodo gennaio-settembre, il Piemonte “si è confermato come la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,6 per cento”. Però tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte “è stata quella che ha realizzato il risultato peggiore”. Molto differenziate le situazioni a livello locale. Al calo di Torino (-8,9 per cento), cui si accompagnano i risultati negativi del Verbano Cusio Ossola (-5,9 per cento), di Cuneo (-3 per cento) e Alessandria (-2,3 per cento), si contrappongono i trend di crescita evidenziati da Asti (+8,2 per cento), Biella (+2,7 per cento) e Vercelli (+0,9 per cento) e la stabilità manifestata da Novara (+0,1 per cento).
In provincia di Alessandria nel periodo gennaio-settembre 2015 il valore delle esportazioni è stato di 4.201.600.000 euro, mentre nello stesso periodo di quest’anno si è attestato su 4.103.400.000 euro, pari a una contrazione del 2,3 per cento. Una voce che pesa moltissimo sull’export alessandrino è quella del gioiello. Non a caso nel 2015 le esportazioni del Distretto di Valenza hanno toccato livelli altissimi e definiti ‘anomali’ dagli osservatori, frutto di flussi di export verso Svizzera e Francia, Paesi di transito e non destinatari dei prodotti. Ed è stato proprio il 2015 un anno eccezionale per il territorio che ha guidato per tutto l’anno la classifica per i mercati internazionali. Nel terzo trimestre del 2016, le esportazioni in provincia di Alessandria sono calate del 2,1 per cento, ma “con segnali di miglioramento verso la fine dell’anno” come ha precisato Stefania Trenti dell’Ufficio studi e ricerche di IntesaSanpaolo, durante il recente intervento al convegno “Valenza e il futuro” organizzato da Confindustria Alessandria.
Infine, l’andamento settoriale in regione. A parte il settore dei mezzi di trasporto dove ha inciso pesantemente la flessione delle vendite di autovetture, la meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con il 18,7 per cento delle vendite oltre confine, ha subìto un calo del tre per cento. L’alimentare invece, terzo settore con un peso di poco inferiore al 10 per cento, è stato uno dei pochi comparti di specializzazione a realizzare una crescita rispetto allo stesso periodo del 2015 (+1,5 per cento). In negativo l’export del tessile (-1,1 per cento), dei metalli (-1,6 per cento) e della gomma plastica (-0,3 per cento).