Armagheddon!
Lubriacatura del referendum sarà finita una settimana dopo il 4 dicembre e scopriremo che tutto il paese ha vissuto per sei mesi ipnotizzato dal nulla
L?ubriacatura del referendum sarà finita una settimana dopo il 4 dicembre e scopriremo che tutto il paese ha vissuto per sei mesi ipnotizzato dal nulla
Alcuni di quelli che sono contro questo grande inganno, promettono sette anni di guerre stellari giudiziarie per impugnare il risultato del referendum e bloccare tutto se vincessi il sì: meglio la paralisi che una soluzione sbagliata o non abbastanza buona. Muoia Sansone con tutti i filistei!
Anche a me il testo di riforma costituzionale piace poco e son sicuro che avrebbero potuto scriverlo meglio, ma tant’è, questi sono i legislatori che ci ritroviamo…
Il Grande Pifferaio ha avuto un successo strepitoso in una cosa sbagliata: personalizzare il referendum. Ci mette la faccia, ma rischia di perderci qualcos’altro… Eppure il 99 per cento delle ragioni per cui i miei amici voteranno No non c’entrano nulla col testo della riforma!
Il Grande Pifferaio è antipatico, tronfio, cammina come un gallo nel pollaio, ha la bocca come il becco di un pappagallo, al pranzo con Obama sembrava un pinguino imperiale, parla un inglese che fa ridere, tipico dell’italica approssimazione, lancia messaggi ottimistici come Gianduia le caramelle dal carro di carnevale, inaugura infrastrutture non finite e nemmeno iniziate da lui, riesuma il progetto del ponte sullo stretto di Messina per arricchire la mafia, continua a riempirci di immigrati che l’Europa non vuole, spende decine di milioni per l’aereo nuovo con cui è andato a farsi sponsorizzare da Obama e dalla Merkel… solo pubblicità senza sostanza, ha comprato persino Benigni, attori e personaggi che di politica ne capiscono come me! Non ce ne frega niente della costituzione, dobbiamo mandare a casa questo aspirante, potenziale nuovo Benito.
Però, non era stato designato segretario con un plebiscito alle primarie del Pd? E cosa c’entra con il contenuto della riforma?
Ma, cosa gravissima, inaudita, questo tribuno ci chiede di approvare un testo che è stato concordato non con uno specchiato costituzionalista ma con il voltagabbana, corrotto e inquisito Verdini! Non conta il contenuto, conta la “qualità” di chi sostiene il sì! Però, la “qualità” di chi vi si oppone (Berlusconi, uno per tutti) non conta altrettanto? E, di nuovo, cosa c’entra con il contenuto della riforma?
L’Europa, la Confindustria, le banche, le multinazionali, le borse, le società di rating sono per la stabilità… certo perché loro fanno gli interessi della turbo finanza, non quelli del “popolo italiano”! Questa è la dimostrazione che bisogna votare No contro i plutocrati della finanza mondiale. Però l’Economist spera che vinca il No perché così cade il governo e se ne fa uno tecnico ubbidiente ai diktat degli eurocrati… Allora chi ha ragione?
Bisogna votare No perché non c’è lavoro per i giovani, No perché ci sono 4 milioni di poveri, No perché la Sanità è inefficiente e spendacciona, No per mafia capitale, No per il terzo valico e la Tav, No per dieci anni di declino per i lavoratori e di ricchezza per la casta al potere. E basta con un premier non eletto dal popolo!
Però, questa situazione è scoppiata col governo Renzi? E, ancora, cosa c’entra con il contenuto della riforma?
Lo stesso ragionamento si fa sul nuovo Senato: la democrazia sarà violentata perché i cittadini non potranno scegliere i senatori, bensì questi saranno nominati dai partiti attraverso quei corrotti, ladri e farabutti dei consiglieri regionali! O bella! Ci preoccupiamo dei senatori e diamo per scontato di avere i consigli regionali pieni di corrotti? Però, i consiglieri regionali non li eleggono democraticamente e direttamente i cittadini?
Ma questa santa costituzione (la più bella del mondo!) è da vent’anni che si discute (da destra e sinistra) di modificarla, e intanto abbiamo impiegato più di venti anni per applicarne il dettato sulle regioni e fino ad ora tutti hanno bellamente disatteso l’articolo 40 che stabilisce che “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Dove sono queste leggi? (vedasi lo sciopero del trasporto del 25 Novembre…).
L’idea di democrazia non è certo la stessa per tutti, ma mi ha stupito, in un dibattito televisivo, la critica di un politico grillino, di provenienza universitaria, che lamentava il limite di 45 giorni dato al senato per decidere sulle leggi approvate dalla Camera: se la legge arriva in Senato a luglio dovrà essere approvata entro agosto e gli universitari, che sono in vacanza, come faranno e dire la loro e fare le manifestazioni contro? Boh. Però in Parlamento non hanno mandato anche loro i propri rappresentanti?
Se i contrari fanno previsioni da giudizio universale per la democrazia nel caso vincesse il sì, quelli del Sì non sono da meno e ci prospettano catastrofi economiche se vincesse il no. Il mantra che sentiamo è: crollo dei mercati, spread alle stelle, instabilità politica, rischio che alle elezioni vincano i grillini (aiuto, Marziani in arrivo!) e che si esca dall’Euro per l’aumento del servizio del debito spropositato che abbiamo.
Ci descrivono, invece, un futuro paradisiaco dopo la riforma. Se la maggioranza vota bene allora sì che le cose andranno meglio! Diventeremo un paese efficiente, governo stabile, leggi veloci e semplici, basta veti incrociati e burocrazia lenta, risparmieremo un mucchio di soldi, pagheremo meno tasse, saremo di nuovo felici! E anche più sani, perché riportando a livello statale certe decisioni sulla sanità, secondo la Lorenzin anche al Sud ci saranno i protocolli del Nord e si eliminerà questa ingiustizia (una delle tante) nei confronti dei poveri meridionali…
È una gara a chi le spara più grosse e la gente voterà più con la pancia che col cervello, per la rabbia dell’oggi e non per la prospettiva di domani, per l’antipatia (tanta) o la simpatia (poca) verso Renzi. Possiamo stare coi piedi per terra?
L’ubriacatura del referendum sarà finita una settimana dopo il 4 dicembre e scopriremo che tutto il paese ha vissuto per sei mesi ipnotizzato dal nulla. I corrotti saranno ancora al loro posto, la burocrazia sarà ancora tutta lì, le leggi farraginose e contraddittorie ci saranno ancora tutte e le nuove che si faranno più velocemente aggiungeranno complessità e caos, perché la testa dei nostri rappresentanti sarà ancora la stessa. Abbiamo bisogno di un cambio di cultura civile e politica, di una conversione morale ad ogni livello. Ma non se ne vedono, purtroppo, i segni, anzi.
Per la vittoria del Sì io avrei una semplice proposta da fare a Renzi: dichiari che, se vince il Sì, riterrà esaurita la sua missione e si dimetterà. Così certamente lui vincerà il referendum e noi vinceremo un terno al lotto!