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Sapsa Bedding, per ora arriva un acconto, poi la cassa
Tornano a farsi sentire i lavoratori di Sapsa Bedding, l'azienda di Silvano d'Orba in concordato preventivo. In attesa della cassa integrazione e di un tentativo di rilancio, il fondo di investimenti che ha rilevato l'attività si dice disponibile a riconoscere un acconto entro il 7 novembre: 600 euro per cinque mesi senza stipendio. Poi l'anticipo della cassa integrazione
Tornano a farsi sentire i lavoratori di Sapsa Bedding, l'azienda di Silvano d'Orba in concordato preventivo. In attesa della cassa integrazione e di un tentativo di rilancio, il fondo di investimenti che ha rilevato l'attività si dice disponibile a riconoscere un acconto entro il 7 novembre: 600 euro per cinque mesi senza stipendio. Poi l'anticipo della cassa integrazione
ECONOMIA – Sono tornati sotto le finestre di palazzo Ghilini, sede della prefettura, i lavoratori di Sapsa Bedding, l’azienda di Silvano d’Orba che produce materassi. La fabbrica è ferma da qualche mese ed è stata aperta la procedura di concordato preventivo. C’è infatti l’interesse della IBB, fondo di investimento, pronto a tentare il rilancio dell’azienda e del marchio sul mercato. Ma, nel frattempo, i 104 dipendenti sono senza stipendio dallo scorso giugno. Una situazione insostenibile che ha spinto i sindacati di Cgil, Cisl e Uil a chiedere un incontro al prefetto Romilda Tafuri. La delegazione è stata ricevuta ieri. I sindacati sono riusciti a “portare a casa” la promessa di un anticipo di 600 euro per tutti. “E’ una boccata d’ossigeno”, dicono Marco Sali di Cgil, Roberto Marengo di Cisl e Elio Bricola di Uil.Entro il 25 novembre l’azienda si impegna anche a stringere un accordo con una banca per assicurare un anticipo della cassa integrazione (l’iter è stato avviato ma rischia di perfezionarsi solo al prossimo gennaio 2017) di 600 euro mensili. L’accordo è stato sancito nero su bianco, davanti al Prefetto.
Se le condizioni dovessero cambiare, sarà riconvocato un nuovo tavolo. Resta il problema della prospettiva: “alcuni fornitori – dice Marengo – si sono detti disponibili a riprendere per consentire allo stabilimento di riavviare la produzione”. Sarebbe un altro piccolo passo avanti.