Giulia, ricercatrice in Francia: “Un sogno senza spazio in Italia”
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Redazione - redazione@ovadaonline.net  
23 Ottobre 2016
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Giulia, ricercatrice in Francia: “Un sogno senza spazio in Italia”

Attualmente collabora con l'Università di Bordeaux dopo una laurea a Padova. Il suo campo è quello delle Neuroscienza. "Anche qui non è così facile ma l'ambiente è molto vivo. Ovada? La mia casa"

Attualmente collabora con l'Università di Bordeaux dopo una laurea a Padova. Il suo campo è quello delle Neuroscienza. "Anche qui non è così facile ma l'ambiente è molto vivo. Ovada? La mia casa"

 OVADA – Una foto in bianco e nero per  che vuole mostrare il comportamento del nostro corpo di fronte al dolore. Un passato recente da dottoranda a Padova, un presente da ricercatrice a Bordeaux, un futuro da costruire attraverso una delle sue passioni, le neuroscienze. E’ la storia dell’Ovadese Giulia Bucchioni, “adottata” dalla Francia perché in Italia non c’era la possibilità di rimanere. “I dottorandi del laboratorio e mio fratello mi hanno spronato a provare la strada del dottorato – racconta oggi – Ho vinto  un concorso internazionale legato ad una borsa di studio ad Amiens, a nord di Parigi. Dopo tre anni di ricerche in laboratorio e grazie anche a una collaborazione di quattro mesi con l’università di Torino, ho conseguito il dottorato in neuroscienze”.

E la foto in questione, in cui si ritrae nell’atto di darsi una martellata è arrivata seconda nel concorso ideato da AXA Research Found. “A Padova – prosegue – ho collaborato a ricerche che si occupavano del ruolo del sistema motorio nell’interazione sociale. Attraverso l’utilizzo della stimolazione magnetica è stato possibile evidenziare la flessibilità del sistema motorio umano durante l’esecuzione di gesti collaborativi, come passare un oggetto a qualcuno. Il dolore è una situazione che segnala un potenziale pericolo per l’organismo. I risultati riportati nella mia tesi evidenziano un atteggiamento di fuga e irrigidimento nell’osservatore di fronte a una situazione di dolore provata da qualcun’altro. Questi dati possono far pensare che non siamo poi così altruisti e disposti a aiutare gli altri in difficoltà, o almeno prima di soccorrere una persona in uno stato doloroso il nostro sistema motorio fa in modo di difenderci da un potenziale pericolo”.

Quello di Giulia è uno dei tanti, troppi casi in cui all’estero è stato più facile seguire il percorso prescelto. “Uscita dalle superiori ero interessata all’arte decorativa ma ho realizzato che sarebbe stato difficile viverci. Alla fine la mia scelta è caduta su psicologia perché ho pensato che in questo modo avrei potuto aiutare gli altri. Bordeaux, dove vivo e lavoro, una città studentesca molto viva, che richiama sempre più abitanti ogni anno. Anche in Francia, comunque è difficile trovare un posto fisso come ricercatore: bisogna passare concorsi e trovare laboratori disposti ad accoglierti. Al momento non so in quale paese o città mi vorrò stabilire in futuro, la migliore soluzione sarà valutare le possibilità che mi verranno offerte. In ogni caso in tutti questi anni il punto fermo, “casa mia” è sempre stata Ovada, anche se il tempo che vi trascorro  è sempre troppo breve”.

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