‘Il clima non favorisce, ma noi investiamo’
I dati della 168ª indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria: le aspettative sono quasi tutte negative, però le previsioni relative a investimenti e uso degli impianti sono invece, benché di poco, positive. UnionCamere Piemonte e il bilancio nati morti
I dati della 168ª indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria: le aspettative sono quasi tutte negative, però le previsioni relative a investimenti e uso degli impianti sono invece, benché di poco, positive. UnionCamere Piemonte e il bilancio ?nati ? morti?
L’indagine (elaborata dall’Ufficio Studi guidato da Giuseppe Monighini) si può riassume in questi numeri. L’indice di previsione dell’occupazione è a –2, quello della produzione a –2, l’indicatore degli ordini totali è a –5, e quello degli ordini export a –7. È negativa la previsione della reddività a –7. La previsione di ricorso alla cassa integrazione resta bassa ed è segnalata dal 10 per cento degli imprenditori del campione, così come sono sempre in netta maggioranza gli intervistati (il 76 per cento) che prevedono invariata l’occupazione. Il grado di utilizzo degli impianti conferma un discreto andamento e si fissa al 72 per cento della capacità, e la propensione ad investire, che segnala investimenti significativi o marginali, è sempre elevata ed è dichiarata dal 70 per cento degli intervistati. Si conferma in discesa il ritardo negli incassi che è segnalato dal 36 per cento degli imprenditori, mentre il 74 per cento ha lavoro per più di un mese. I settori produttivi più rappresentativi prevedono andamenti diversificati, con dati migliori rispetto all’indagine generale per i settori della chimica, della gomma-plastica e dell’alimentare, un comparto, quest’ultimo soggetto a stagionalità, e che mostra dati tutti positivi.
Così le previsioni per il trimestre. L’indice dell’occupazione è a –2 (era –1 lo scorso trimestre), quello della produzione è a –2 (era –12), gli ordini totali a –5 (erano –11), gli ordini export a –7 (erano –1). La redditività a –7 (era –11). La propensione ad investire è indicata dal 70 per cento degli intervistati (era 72 per cento tre mesi fa) e il grado di utilizzo degli impianti è al 72 per cento della capacità (era 72 per cento). Il ritardo negli incassi è dichiarato dal 36 per cento degli imprenditori (era il 37 per cento). La previsione di ricorso alla cassa integrazione è segnalata dal 10 per cento del campione (era il 9 per cento). Ha lavoro per più di un mese il 74 per cento degli intervistati (era il 77 per cento). Infine, l’andamento per settori produttivi: metalmeccanico, l’indice dell’occupazione è a –12 (era zero), la produzione a –17 (era a –3), gli ordini totali a –11 (erano –9), e gli ordini export a –17 (erano +3); Chimica, l’occupazione a +10 (era –9), la produzione a zero (era zero), gli ordini totali a –10 (erano zero), e ordini export a zero (era –10); Gomma-Plastica, l’occupazione a –8 (era a zero), la produzione a zero (era –8), ordini totali a zero (erano –8), ordini export a zero (era +9); Alimentare, l’occupazione a +18 (era –15), la produzione a +27 (era –15), ordini totali a +27 (erano a –15) e ordini export a +10 (erano +16).
L’Alessandrino va un po’ peggio del resto del Piemonte, dopo molti trimestri di andamenti più positivi rispetto alle medie regionali, ma la maggiore propensione a investire sottolinea attese e potenzialità che fanno ancora la differenza del territorio, come sottolinea Fabrizio Riva, direttore di Confindustria Alessandria. In provincia intanto si comincia a misurare anche con l’effetto della ‘Brexit’. L’indagine congiunturale inserisce infatti per la prima volta una rilevazione specifica. “La maggioranza degli intervistati, il 54,4 per cento, giudica ‘non valutabile’ l’effetto Brexit sulla propria impresa, e il 43,8 per cento prevede che non avrà nessuna ricaduta sulla propria attività. Questi dati sono allineati a quelli registrati a livello regionale” si legge sulla nota diffusa dall’associazione. Circa un quarto delle aziende associate ha rapporti diretti con la Gran Bretagna, però solo l’1,8 per cento denuncia effetti negativi. Una significativa percentuale di queste imprese opera nei settori alimentari e servizi alle imprese.
Da Alessandria a Torino, dove UnionCamere Piemonte ha diffuso i dati dell’andamento demografico delle imprese nel terzo trimestre 2016. Il tessuto imprenditoriale piemontese ha manifestato una “sostanziale stabilità” rispetto allo stesso arco temporale del 2015. Nel periodo luglio-settembre 2016 sono nate 4.581 aziende in regione, dato inferiore rispetto a quello registrato nel corso del terzo trimestre 2015 (4.960). Novara e Asti hanno manifestato le dinamiche maggiormente positive: per entrambe il tasso di crescita è risultato pari a +0,17 per cento. Torino ha realizzato una performance lievemente superiore alla media regionale (+0,14 per cento), mentre un dato assolutamente in linea con quello piemontese è stato registrato dal tessuto imprenditoriale vercellese (+0,12 per cento). Cuneo, Alessandria e Verbania, con tassi di crescita rispettivamente pari a +0,09 per cento, +0,08 per cento e +0,07 per cento, hanno prodotto le dinamiche positive più deboli; negativo, seppur di poco, il dato del biellese (-0,05 per cento).