Autunno, andiamo: è tempo di cercare… funghi
Chiodini, porcini, finferli: l'autunno è la loro stagione. Tutte le informazioni utili per mettersi alla ricerca di questi preziosi prodotti della terra
Chiodini, porcini, finferli: l'autunno è la loro stagione. Tutte le informazioni utili per mettersi alla ricerca di questi preziosi prodotti della terra
Serve il tesserino?
Tutte le cose elencate vanno benissimo, ma da alcuni anni la Regione Piemonte ha regolamentato la raccolta dei funghi epigei spontanei. Dall’avere una semplice autorizzazione si è passati al dover esibire un “titolo per la raccolta”, in sostanza un tesserino, >.
Anche gli enti parco possono rilasciare questo tesserino: presso la sede del Parco Capanne di Marcarolo di Bosio (via Umberto I n. 32/A) si possono acquistare i titoli per la raccolta con validità per tutto il territorio regionale. Il voucher giornaliero ha un costo di 5 euro e quello settimanale di 10 euro. Le modalità di pagamento del titolo annuale (30 euro) rimangono le stesse: bonifico bancario a favore della tesoreria dell’ente parco (Unicredit). I versamenti in contanti presso tutti gli sportelli Unicredit non prevedono commissioni (Iban : IT47U0200848310000103013498; transazione: T01; codice ente: 858100).
Consulenze gratuite all’Asl Al
Coloro che amano trascorrere il tempo formando una bella compagnia che vada alla ricerca di questi “tesori” dovrebbero conoscerli bene e sapere già quali cercare e raccogliere. Coloro che si improvvisano cercatori, che magari vogliono farlo per riempire una domenica un po’ noiosa, devono fare maggiore attenzione. Per tutti, appassionati e non, l’Asl alessandrina mette a disposizione gratuitamente i propri esperti in tutte le sedi provinciali.
Il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (Sian), diretto dal dottor Corrado Rendo, svolge questa attività grazie ai suoi esperti micologi, che sono a disposizione del pubblico per esaminare i funghi raccolti, rilasciando un certificato che attesta la loro commestibilità e ne indica le corrette modalità di consumo. In questo modo si prevengono intossicazioni e avvelenamenti causati dall’ingestione di funghi non commestibili. Le prestazioni del micologo sono gratuite per i privati raccoglitori e/o diretti consumatori. Negli stessi orari di apertura del centro di controllo micologico presso le varie sedi è anche possibile ottenere la certificazione dei funghi destinati al commercio.
A Novi ci si deve recare in via Papa Giovanni XXIII n. 1, presso la sede dell’Asl Al, il lunedì dalle 10.00 alle 12.00. In altri giorni è possibile contattare la micologa Tiziana Marenco al numero 0143 332630 per concordare un appuntamento. A Ovada (via XXV Aprile 22) il micologo Enrico Cosmello riceverà i cercatori il martedì dalle 16.30 alle 17.30 (info al numero 0131 307838).
“Negli altri giorni gli utenti potranno fruire del servizio nelle altre sedi provinciali o al telefono 0143 82651”.
Un po’ di buon senso
Gli esperti micologi dell’Asl sono disponibili a fornire tutte le informazioni necessarie per consumare i funghi raccolti senza rischi. Ne ricordiamo alcune: evitare la raccolta indiscriminata di tutti i funghi trovati, poiché solo alcune specie sono commestibili. Si evita così di provocare un danno all’ecosistema. I funghi vanno raccolti interi e completi di ogni loro parte (radichetta, bulbo, volva, anello) e non in stato di alterazione (ammuffiti, fradici), ripuliti dal terriccio avendo cura di manipolarli il meno possibile per evitare cambiamenti di colore.
I funghi vanno mangiati sempre ben cotti, da crudi sono scarsamente digeribili se non addirittura velenosi (il comune “chiodino”, Armillariella mellea, risulta tossico se non è prebollito per almeno 15 minuti prima della cottura definitiva) perché contengono tossine termolabili che si degradano al calore di cottura.
La parola agli appassionati
Anche Rocchino Muliere ha detto la sua sul tema, non nella veste di sindaco di Novi ma in quella di appassionato cercatore di funghi nei “suoi” boschi intorno a Grondona: “Per ora, secondo me, di funghi non se ne vedranno. Erano mesi che non pioveva e la terra è dura come cemento. Non è stato sufficiente quel violento acquazzone di pochi giorni fa per farli nascere: la pioggia, se è troppo violenta, corre via e non bagna come serve. Ci vogliono due-tre giorni di pioggia continua, non forte ma lunga, per risvegliare i nostri boschi”.