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Manca un progetto di paese, di città…
Cosa si vede a livello di paese quando parliamo della ricerca o livello locale quando si guarda alla mobilità urbana fino ad arrivare all'idea di Unione Europea
Cosa si vede a livello di paese quando parliamo della ricerca o livello locale quando si guarda alla mobilità urbana fino ad arrivare all'idea di Unione Europea
Ecco alcuni esempi:
Manca un progetto di Europa. Le recenti vicende dell’Unione Europea hanno mostrato come l’integrazione per un’area di condivisione di valori e solidale sia ancora lunga. Le regole dell’austerità economica pensate per mantenere l’equilibrio finanziario rischiano di minare i suoi valori fondamentali: prevalgono gli interessi dei singoli stati che per ragione elettorali tendo sempre a chiudersi e dove nascono i movimenti nazionalistici e xenofobi. Da qui i muri, la gestione dei rifugiati e l’accordo con la Turchia. D’altro canto l’Unione Europea è stata un’ancora di salvezza ad esempio per la ricerca che in alcuni paesi (il nostro ad esempio) ha subito tagli ad un settore già malmesso in nome della famosa ‘austerity’
Manca un progetto, in Italia per la ricerca
L’editoriale di Marco Cattaneo sul Le Scienze (i fondi europei per la ricerca non proprio ben gestiti…) o la puntata di Presa Diretta sulla Ricerca Tradita aprono un quadro triste sulla ricerca in Italia. Un quadro che vede da anni la ricerca in sofferenza, e che con la crisi non ha fatto che peggiorare. I fondi stanziati per la ricerca sono tra i più bassi dell’Europa occidentale e le riforme dell’università degli ultimi anni non hanno portato miglioramenti evidenti. Se non fosse per i fondi dell’Europa (es programma ERC) la situazione sarebbe ancora più difficile.
Tutto questo si riflette anche sulla vita dei ricercatori. Per chi è nel campo della ricerca un periodo all’estero e il non rimanere sempre nello stesso posto è un bene perché amplia le proprie conoscenze permette di creare una rete di contatti e collaborazioni. Negli ultimi anni però la mobilità si è trasformata spesso in precarietà a tempo indeterminato, cosa che riguarda non solo l’Italia ma che da noi ha assunto dimensioni patologiche.
Spesso chi rimane nel mondo della ricerca rimane precario fino ad oltre 40 anni. Molti dopo alcuni anni di dottorato od assegno di ricerca, escono dal mondo della ricerca o vanno in altri paesi ad un ritmo sempre più alto, e con percentuali di ritorno basse.
Personalmente conosco molte persone che dopo il dottorato, hanno preso strada che le hanno portate fuori dalla ricerca e probabilmente questo sarà anche il mio destino.
Una seconda vera città universitaria in Piemonte un’occasione mancata
A livello regionale parlando di università possiamo citare il caso dell’università del Piemonte Orientale che è stata un’occasione mancata per creare un vero polo universitario alternativo a Torino. Per una scelta politica di accontentare tutte le altre province del Piemonte si è fatta un un’università su tre città (Alessandria, Vercelli e Novara) ma che di fatta rimangono tre università separate e con pessimi collegamenti di mezzi pubblici. Se si fosse investito in un sola città oggi si avrebbe probabilmente una seconda vera città universitaria in Piemonte. Probabilmente fra le tre città Alessandria sarebbe stata quella più adatta ad ospitare la sede se si fosse giocata bene le sue carte. L’impressione è che a parte qualche evento come la prossima notte della ricerca l’università che se la cava bene nelle classifiche di qualità sia poco valorizzato dalla nostra città ….
Personalmente conosco molte persone che dopo il dottorato, hanno preso strada che le hanno portate fuori dalla ricerca e probabilmente questo sarà anche il mio destino.
Una seconda vera città universitaria in Piemonte un’occasione mancata
A livello regionale parlando di università possiamo citare il caso dell’università del Piemonte Orientale che è stata un’occasione mancata per creare un vero polo universitario alternativo a Torino. Per una scelta politica di accontentare tutte le altre province del Piemonte si è fatta un un’università su tre città (Alessandria, Vercelli e Novara) ma che di fatta rimangono tre università separate e con pessimi collegamenti di mezzi pubblici. Se si fosse investito in un sola città oggi si avrebbe probabilmente una seconda vera città universitaria in Piemonte. Probabilmente fra le tre città Alessandria sarebbe stata quella più adatta ad ospitare la sede se si fosse giocata bene le sue carte. L’impressione è che a parte qualche evento come la prossima notte della ricerca l’università che se la cava bene nelle classifiche di qualità sia poco valorizzato dalla nostra città ….