Sapsa Bedding, “salvi” a metà
Siglato l'accordo tra un fondo di investimento pronto a rilevare Sapsa Bedding di Silvano d'Orba e i sindacati: se il tribunale accetta il concordato preventivo la Ibb riassume la metà dei 104 dipendenti. Per tutti gli altri si apre un anno di cassa integrazione straordinaria. I sindacati: accordo difficile, l'alternativa era tutti a casa
Siglato l'accordo tra un fondo di investimento pronto a rilevare Sapsa Bedding di Silvano d'Orba e i sindacati: se il tribunale accetta il concordato preventivo la Ibb riassume la metà dei 104 dipendenti. Per tutti gli altri si apre un anno di cassa integrazione straordinaria. I sindacati: ?accordo difficile, l'alternativa era tutti a casa?
ECONOMIA – Solo la metà degli attuali 104 dipendenti di Sapsa Bedding potrebbe essere riassunta a tempo indeterminato dalla Ibb, International Bedding Brand, la società che si è dichiarata disponibile a subentrare nella gestione dell’azienda di Silvano d’Orba che produce materassi. Per gli altri si aprono le porte della cassa integrazione straordinaria per tredici mesi. Va in questa direzione l’accordo siglato il 21 settembre dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e la Ibb. “Una trattativa difficile, alla quale abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi”, dicono Marco Sali, Filctem Cgil, Roberto Marengo, Femca Cisl ed Elio Bricola, Uiltec (nella foto sotto). L’alternativa, dicono, sarebbe stato il nulla, “quella di ritrovarci con una cattedrale nel deserto”.
Sapsa Bedding è infatti in fase di liquidazione, con impianti fermi da mesi e dipendenti senza stipendio. L’interessamento di nuovi imprenditori, il fondo di investimento Ibb, ha riacceso le speranze di arrivare al concordato preventivo in continuità, che però deve essere ancora decretato dal tribunale di Alessandria.
La situazione di criticità per l’azienda di Silvano D’Orba era stata sollevata lo scorso aprile. La società francese che ne possedeva la maggioranza aveva infatti avviato una procedura simile alla messa in liquidazione in Francia. “Questo escludeva però i lavoratori italiani da una serie di garanzie”, ricorda Marengo.
Per i lavoratori di Sapsa Bedding si erano attivati, su richiesta dei sindacati, le istituzioni, il Prefetto, il comune di Silvano e i parlamentari Federico Fornaro e Cristina Bargero. Nel frattempo è subentrata la manifestazione di interesse da parte della Ibb che si è impegnata a “gestire la distribuzione dei prodotti Sapsa Bedding e di addivenire nel giro di un anno e previo affitto d’azienda alla realizzazione della attività industriali”.
Nel frattempo la Ibb tenterà di riavviare l’attività, assorbendo dieci figure professionali entro la fine dell’anno corrente e altre quaranta entro dodici mesi.
“E’ stato stabilito che i criteri di passaggio saranno quelli previsti dalla legge, la 223 del 191. Si terrà conto, cioè, dell’anzianità di servizio e dei carichi di famiglia”, spiega Marengo.
Nell’accordo la Ibb abbozza anche un piano aziendale, o meglio piano di riorganizzazione, che prevede la riattivazione e potenziamento delle rete commerciale, partendo dai vecchi clienti, e l’espansione verso quello cinese; una semplificazione e razionalizzazione dell’offerta; il rilancio dei prodotti a marchio Sapsa; la creazione di una rete di vendita innovativa (“apertura di un marketplace di proprietà per la vendita di materassi on line diretta” e “investire su nuovi canali di vendita on line e sui social); riprendere la produzione di cuscini a marchio Sapsa.
“Il quadro si presenta ora a luci ed ombre, ma prima era il baratro”, è il commento di Elio Bricola.
“Il passo successivo è quello di monitorare costantemente il rispetto dell’accordo. Abbiamo cercato di tutelare i lavoratori, assicurando la possibilità di una ricollocazione per una parte di essi e un percorso di ammortizzatori sociali che non erano scontati – dice Marco Sali – restano questione aperte, come i tre mesi di stipendio arretrato per i dipendenti”.