Export, Alessandria con il segno rosso
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Enrico Sozzetti - redazione@alessandrianews.it  
13 Settembre 2016
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Export, Alessandria con il segno rosso

La rilevazione di UnionCamere Piemonte per i primi sei mesi dell’anno. La provincia ha perso oltre tre punti percentuali, contro i sette registrati a livello regionale

La rilevazione di UnionCamere Piemonte per i primi sei mesi dell’anno. La provincia ha perso oltre tre punti percentuali, contro i sette registrati a livello regionale

ECONOMIA E LAVORO – Dopo essere stata per mesi la provincia che ha registrato l’incremento maggiore, oggi anche Alessandria ora deve fare i conti con il segno meno. Quello delle esportazioni che da elemento distintivo di una economia che teneva abbastanza a fronte di pesanti poli di crisi ora sta iniziando a preoccupare. La rilevazione di UnionCamere Piemonte parla chiaro: nei primi sei mesi dell’anno il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 21,6 miliardi di euro, registrando “una contrazione del 7,4 per cento rispetto al dato evidenziato nello stesso periodo del 2015. La performance manifestata dalle esportazioni regionali è apparsa decisamente più debole rispetto a quella riscontrata a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore delle esportazioni ha segnato una sostanziale stabilità rispetto al periodo gennaio-giugno 2015”. A livello territoriale si evidenziano performance differenziate. Al calo di Torino (-12,6 per cento) si accompagnano i risultati negativi di Cuneo (-5,8 per cento), Verbania (-3,5), Alessandria (-3,1) e Vercelli (-2,1). C’è chi va invece meglio come Asti (+6,8 per cento) e in misura più ridotta Novara (+1,2) e Biella (+1).
“Nonostante il risultato negativo registrato nel periodo gennaio-giugno – si legge su una nota di UnionCamere Piemonte – la regione si conferma la quarta esportatrice, con una quota del 10,5 per cento delle esportazioni complessive nazionali”. A giudizio di Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte, è stata la battuta d’arresto delle vendite oltreconfine “a penalizzare il dato complessivo della nostra regione. Un risultato – aggiunge – che comunque non scoraggia il nostro lavoro e la nostra fiducia nel sistema”.
Lo schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 agosto esclude dai nostri compiti le attività promozionali direttamente rivolte all’estero: temiamo che questa ipotesi vada ad incidere sulla possibilità delle nostre imprese di crescere all’estero, esportando quel ‘Made in’ che da sempre ci contraddistingue in tutto il mondo e che è fondamentale per il sostegno al sistema economico e all’occupazione”.
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nel primo semestre il bacino della Ue a 28 ha attratto il 60 per cento dell’export regionale, incrementando nuovamente il peso esercitato sul totale delle esportazioni regionali. Parallelamente si è ridotta la quota delle vendite indirizzata verso paesi Extra Ue-28. Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono cresciute dell’1,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015.

 

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