Un mondo capovolto. Pensierino arrabbiato di metà agosto
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Un mondo capovolto. Pensierino arrabbiato di metà agosto

Proviamo a vedere se c'è un nesso tra la ricerca universitaria in Italia, le prodezze di Gonzalo Higuain e gli hobby dei ricchi

Proviamo a vedere se c'è un nesso tra la ricerca universitaria in Italia, le prodezze di Gonzalo Higuain e gli hobby dei ricchi

OPINIONI – La notizia sarà sfuggita a molti, perché la stampa anestetizzata non vi ha sostanzialmente badato (pur con qualche lodevole eccezione) e perché in pieno agosto ci si dedica a pensieri più ameni. Ma a me pare un enorme scandalo. Per una singolare coincidenza, accade che i fondi destinati alla ricerca di base in Italia – si badi, per tutte le discipline e per tutti gli Atenei pubblici – dal Miur (l’onorato Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, al quale come docente universitario mi tocca fare riferimento) sia di circa novanta milioni in tre anni! Come ha opportunamente sottolineato il buon Giovanni Bignami su Repubblica, è la stessa cifra che una squadra di calcio zebrata ha speso per assicurarsi i servigi di un solo giocatore, un ragazzo argentino di 28 anni di nome Gonzalo Higuain, capocannoniere da record dell’ultimo campionato di serie A con il Napoli, che lo ha amato e poi ripudiato per il “tradimento” sportivo. Così un giocatore di calcio, pur bravo, vale quanto tre anni di tutta la ricerca universitaria del nostro Paese!

La cifra stanziata dal Governo a sostegno della ricerca, del resto, è largamente inferiore alla media europea (addirittura un quinto rispetto ai Paesi più avanzati). I problemi sono tanti, è evidente a tutti, e perfino il menestrello toscano ha un po’ placato i suoi proclami di vuoto ottimismo, ma nella difficoltà è fondamentale pensare al futuro e a cambiamenti strutturali, non solo a mettere qualche rattoppo. L’investimento in ricerca e sviluppo dovrebbe essere prioritario proprio oggi (in Grecia lo hanno capito, ed è stata creata un’Agenzia nazionale per la ricerca di base; perché non farlo anche in Italia?). E invece siamo ancora lontanissimi da una quota decente di Pil (nel 2015 solo lo 0,7%) destinata a questo comparto fondamentale.

Povero Higuain (“povero” si fa per dire…), lo prendo ancora di mira. Da un altro quotidiano apprendiamo piuttosto nel dettaglio che la stessa società zebrata gli ha procurato una modesta dimora a Torino, il cui affitto ammonta alla cifra di trenta mila euro al mese! 30.000 euro al mese?! Leggo e rileggo, e penso a chi – un insegnante di scuola media o superiore, ad esempio – quella cifra la mette insieme in un paio di anni di lavoro. O a chi, precario o disoccupato, non può che sognarseli quei denari. E si badi che – come sanno i nostri abituali lettori – chi scrive è un grande estimatore del giuoco del calcio. A tutto c’è un limite, però.

Ora, perché di fronte a cotali insostenibili squilibri non c’è nessuna evidente sollevazione? Perché si accetta con rassegnazione un mondo capovolto? Anzi, una parte di quegli stessi precari o disoccupati, e pure di quei ricercatori costretti a competere per qualche spicciolo destinato al proprio lavoro, avrà anche gioito dell’acquisto del grande centravanti da parte della squadra zebrata, che vanta il maggior numero di tifosi nel Belpaese. Il sesto scudetto di fila vale bene qualche piccolo sacrificio.

Mi pare che ci sia un nesso anche con un’altra notizia, scovata un po’ per caso tra quelle che, invece, sono adattissime all’ozio di questa fetta d’estate. Esiste una società di consulenza, la Wealthx, che fornisce consigli ai miliardari del nostro assurdo globo, ossia a quella piccola quota di privilegio che è uscita vincente dalla “lotta di classe” (ahimè, locuzione piuttosto desueta) di questi ultimi trent’anni. Apprendiamo dalle ultime statistiche pubblicate che, mentre la quasi totalità dei giovani in Occidente per la prima volta dal Dopoguerra è più povera dei propri genitori (in Italia 9 su 10), i superricchi (almeno un miliardo di dollari, suvvia) sono circa 2500 (la maggior parte, 806, in Europa, e solo 51 in Africa, perché anche ad alti livelli un po’ di differenza non guasta). Stupore, relativo per la verità, quando si passano in rassegna i passatempi di questa bella gente. Dopo un po’ di sana filantropia, troviamo i viaggi, l’arte e la moda, con un gradimento tra il 25 e il 30%; ma la sorpresa arriva dalla quinta casella. Il 22,2% ha come “hobby” (sic!) nientemeno che la politica! Vengono subito in mente i vari Bush, che tanto nocumento hanno arrecato al mondo intero con la loro guida della prima superpotenza mondiale, o al meno dannoso ex sindaco di New York Michael Bloomberg; ma soprattutto, in questi mesi di palpitante campagna elettorale negli Stati Uniti, viene da pensare a Donald Trump, l’imprenditore di successo che tanto ama le armi e i dittatori e tanto odia gli immigrati e l’intelligenza. Per tacere del nostro Paese, dove le Olgettine paiono ormai solo uno sbiadito ricordo…

La politica, che peraltro in una fase di fortissima spettacolarizzazione vive solo di ingenti risorse, sembra dunque diventare sempre più “roba da ricchi“. E che il popolo si accontenti di contendersi le briciole, e tutt’al più gioisca per i gol dell’Higuain di turno.

No, questo mondo capovolto non può durare. Occorre lavorare intensamente per un risveglio collettivo, di modo che una società più giusta e più libera, o almeno un po’ meno iniqua, non sia più soltanto il sogno affidato da qualche utopista alle stelle cadenti a san Lorenzo..

 
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