Il mezzo punto che incoraggia
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Il mezzo punto che incoraggia

Nel secondo trimestre 2016 il tessuto imprenditoriale piemontese ha manifestato una lieve espansione, ma il bilancio presentato da UnionCamere Piemonte vede la provincia di Alessandria ancora in coda alla classifica tra nuove iscrizioni e cessazioni

Nel secondo trimestre 2016 il tessuto imprenditoriale piemontese ha manifestato una lieve espansione, ma il bilancio presentato da UnionCamere Piemonte vede la provincia di Alessandria ancora in coda alla classifica tra nuove iscrizioni e cessazioni

ECONOMIA E LAVORO – Non è il classico bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda della prospettiva. Ma il mezzo punto percentuale con davanti il segno ‘più’ che sintetizza il bilancio anagrafico delle imprese piemontesi ha un significato ben preciso e indica come il tessuto imprenditoriale regionale “stia cercando di rilanciarsi e di trovare nuova linfa, nonostante le tensioni economiche e politiche internazionali” commenta Ferruccio Dardanello, presidente UnionCamere Piemonte, ente che ha diffuso la rilevazione relativa all’andamento nel secondo trimestre. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,54 per cento, analogo a quello registrato nello stesso periodo del 2015 (+0,53 per cento) e di poco inferiore rispetto a quello rilevato a livello medio nazionale (+0,63 per cento). Cuneo e Novara, con un tasso di crescita rispettivamente pari a +0,68 per cento e +0,63 per cento, hanno realizzato le dinamiche più elevate, mentre Asti, con una crescita del +0,60 per cento, insieme a Torino e Verbania, entrambe con un tasso pari al +0,57 per cento, hanno evidenziato ritmi espansivi leggermente migliori rispetto alla media regionale. Chi invece si ferma al di sotto? Vercelli con un +0,38 per cento e Alessandria con +0,34 per cento. La dinamica più lenta delle due province è battuta solo da Biella che registra un +0,11 per cento.

Il dato globale piemontese ha visto, tra aprile e giugno, nascere 7.470 aziende, un dato “più elevato rispetto a quello registrato nel corso del secondo trimestre 2015 (6.724)” rileva una nota diffusa da UnionCamere regionale. Al netto delle 5.093 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è positivo per 2.377 unità (nel secondo trimestre 2015 il saldo era stato di 2.329 unità), dato che porta a 441.229 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno al Registro delle imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come ancora una volta siano le società di capitale (+1,07 per cento) a realizzare il risultato più brillante, seguite dalle altre forme (+0,60 per cento). Le ditte individuali crescono a un tasso in linea con il dato medio regionale (+0,57 per cento), mentre risulta sostanzialmente stabile la base imprenditoriale costituita dalle società di persone (+0,10 per cento).

“Dall’esame dell’andamento del tessuto imprenditoriale regionale in base ai settori di attività economica emergono risultati incoraggianti” recita sempre la nota di UnionCamere Piemonte. Nel secondo trimestre dell’anno i tassi di variazione percentuale trimestrale dello stock delle imprese registrate in Piemonte appaiono positivi per tutti i principali comparti produttivi. Dopo l’agricoltura, che registra un’espansione del +1,17 per cento, il comparto più vivace risulta ancora una volta quello turistico, con un tasso di variazione +0,98 per cento, seguito dagli altri servizi (+0,68 per cento). Il commercio ha registrato un tasso di variazione trimestrale dello stock pari a +0,49 per cento, mentre il comparto edile (+0,26 per cento) e l’industria in senso stretto (+0,25 per cento) hanno vissuto dinamiche più deboli.

Il bilancio ‘contabile’ fra nati e morti non deve giustificare un entusiasmo esagerato, però riassume in un dato numerico l’andamento di un trend che ha una particolare importanza in particolare per le società di capitale. 

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