Mille caprioli uccisi all’anno. E anche i lupi aiutano la “strage” silenziosa
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Mille caprioli uccisi all’anno. E anche i lupi aiutano la “strage” silenziosa

Quasi mille abbattimenti all'anno solo nell'acquese-ovadese. Ma dal 2013 i caprioli si sono ridotti di un terzo perché il lupo sta ripopolando tutto l'arco appenninico. Nel 2006 fu polemica nazionale, ora "dimenticati". Bambi non fa più tenerezza?

Quasi mille abbattimenti all'anno solo nell'acquese-ovadese. Ma dal 2013 i caprioli si sono ridotti di un terzo perché il lupo sta ripopolando tutto l'arco appenninico. Nel 2006 fu polemica nazionale, ora "dimenticati". Bambi non fa più tenerezza?

ACQUI TERME – Nella sola zona dell’Acquese e Ovadese in un anno ci sono quasi mille caprioli di troppo. Lo ha deciso da Regione Piemonte che per il piano di abbattimento 2016/2017 ha calcolato in 945 – tra maschi adulti e femmine – i capi a cui i cacciatori possono sparare nell’ambito territoriale caccia 4 (Acqui e Ovada, appunto) per limitarne la presenza nelle campagne.

Sono lontani i tempi in cui gli animalisti cercavano di boicottare le battute venatorie, facendo scappare Bambi e famiglia sotto tiro delle doppiette. Era il 2006 quando in un’estate forse scarsa di notizie eclatanti, la caccia selettiva ai caprioli aveva fatto il giro d’Italia, con prese di posizioni nazionali e grida di scandalo per la “strage”.
Addirittura qualche tuttologo dell’ultima ora aveva ipotizzato di spostare i caprioli dalla provincia di Alessandria alle montagne della Sila, per ripopolare i boschi calabresi ed evitare ulteriore spargimenti di sangue.

Anno dopo anno i fucili dei cacciatori hanno continuato a puntare contro questi mammiferi particolarmente numerosi, ma le proteste sono state, via via, inversamente proporzionali agli animali uccisi. Colpa dei danni che continuano a fare alle coltivazioni di pregio? O dei tanti automobilisti – almeno uno al giorno – che subiscono danni ai mezzi per “tamponamenti” con animali? Sta di fatto che il partito anti caprioli è più numeroso, e pazienza se fin da piccoli ci hanno intenerito con i cartoni animati strappalacrime.

L’anno scorso da Torino avevano chiesto di far fuori al massimo 1.100 caprioli: “Alla fine furono 973”, conferma il presidente dell’ATC4, Bruno Morena (che è anche presidente regionale Federcaccia, ndr) ma per il piano di abbattimento ’16/’17, ricominciato agli inizi di giugno, il numero limite è già inferiore (945) ”.

Il motivo è da colpo di scena: i caprioli, nell’acquese-ovadese, sono in diminuzione. “Nel 2013 i censimenti ci davano una popolazione di circa 3.120 esemplari. Nel 2016 sono ridotti di un terzo: 2.111”. il motivo, per una volta, non va ascritto all’uomo. “Il lupo sta tornando sugli Appennini, dalla Val Borbera alle alture acquesi. Così un po’ diventano prede, altri si spostano più a valle”.
Il numero è comunque ancora molto alto, e i campi non sono al sicuro: “Daini e caprioli sono ghiotti di colture di pregio, come vitigni e frutteti”, sottolinea Morena, “ma come tutti gli animali selvatici si spostano per amore, fame o pericolo”. E il lupo è un buon motivo per cambiare aria.

Dovremmo abituarci a vedere sempre più caprioli in pianura, alle porte di Alessandria, costretti a mangiar insalata invece del dolcetto?

 

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