Strage di Nizza. E se invece…
Il discorso di Hollande è sembrato particolarmente fuori fuoco e fuori bersaglio (così come quello di Alfano ). Il premier Valls ha frettolosamente identificato nella strage la matrice terroristica islamica (o islamista differenza soltanto lessicale), ma è proprio così?
Il discorso di Hollande è sembrato particolarmente fuori fuoco e fuori bersaglio (così come quello di Alfano?). Il premier Valls ha frettolosamente identificato nella strage la matrice terroristica islamica (o islamista ? differenza soltanto lessicale), ma è proprio così?
Anche a me il discorso di Hollande è sembrato particolarmente fuori fuoco e fuori bersaglio (così come quello di Alfano…). In effetti lo era già stato, dicendo le stesse cose, un anno e mezzo fa dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Sì, possiamo dire che siamo in guerra e che la vinceremo, ma è una guerra asimmetrica e il nemico non è certo soltanto il Califfato islamico. Ovviamente distruggere l’Isis sul terreno toglierebbe sostegno economico e potere militare e mediatico ad Al Baghdadi, ma potrebbe anche disperderne le cellule cancerogene in tutto il mondo. Del resto il nemico è già diffuso in Europa, nelle masse di musulmani di prima e seconda generazione, tra quelli, in casa nostra, che crescono in autostima, festeggiano e si esaltano davanti a questi atti barbarici, oppure tacciono timorosi con un senso di colpevole codardia e di invidia per chi, invece, ha il coraggio di essere coerente con gli ordini del Corano ed è pronto ad immolarsi per arrivare subito da martire nel paradiso di Allah.
Il premier Valls ha frettolosamente identificato nella strage la matrice terroristica islamica (o islamista – differenza soltanto lessicale), ma è proprio così? L’Isis non ha ancora rivendicato il massacro. Non si tratta certo di una cellula jihadista organizzata (se lo fosse, forse, sarebbe anche meglio).
Il Fatto parla di un “lupo solitario”. Ma più che un lupo sembra che Mohamed Bouhlel fosse un cane solitario: secondo la Stampa non andava in moschea, non rispettava il Ramadan, beveva vino e birra, fumava, anche le canne. E menava la moglie, che aveva già chiesto il divorzio… Dov’è allora in quest’uomo il fondamentalismo radicale che alimenta l’odio contro l’occidente degli infedeli?
E se fosse vero che qualunque musulmano deluso, geloso, fallito come marito, uomo o cittadino può pensare di recuperare dignità e autostima ammazzando e facendosi ammazzare in nome di Allah, allora sì il problema sarebbe veramente immane, insormontabile. Vorrebbe dire che qualunque musulmano potenzialmente è un “lupo solitario”.
Il Giornale la pensa così e conclude con “Islamexit”: tutti fuori da casa nostra. E Magdi Cristiano Allam scrive che la fede in Allah non è religione di pace, è ora di metterla fuori legge.
E se, invece, Mohamed Bouhlel fosse stato sì un islamico, ma anche “semplicemente” un uomo frustrato, depresso, fallito, disperato che ha voluto vendicarsi del mondo intero e cercare la morte ammazzando indistintamente nel mucchio bambini e adulti, atei, cristiani o musulmani che fossero? Oltretutto nessuno ha dichiarato di averlo sentito urlare Allahu akbar.
Possiamo anche chiederci: di che religione era il tedesco Andreas Lubitz, il copilota dell’Airbus di Germanwings che il 24 Marzo dell’anno scorso ha deciso di suicidarsi portando con sé nella morte 150 persone? Pare che fosse depresso perché gli avevano diagnosticato una malattia che gli avrebbe impedito di continuare a pilotare. Ma se si fosse scoperto che era diventato musulmano, che commenti diversi avremmo sentito!
Soltanto in Italia, in media, ogni settimana avviene un femminicidio (termine orrendo quasi come l’azione che descrive…). Ed è sempre un uomo abbandonato, frustrato nel suo orgoglio di maschio, amante, fidanzato o marito fallito che per vendetta uccide la donna che considera sua proprietà irrinunciabile e, spesso uccide anche i figli e se stesso. Nessuno si chiede di che religione sia o se ne abbia una. Nessuno si chiede da quante generazioni è italiano. Certo l’assassino della “sua” donna non invoca un dio per giustificare il suo delitto, ma nella sua mente obbedisce ad un ideale, ad un idolo, di maschio, di uomo, che ha assorbito dalla cultura del nostro paese.
Ma, allora, se applicassimo lo stesso ragionamento che oggi si fa per il musulmano Mohamed Bouhlel e per i musulmani in generale, dovremmo concludere che tutti gli italiani sono dei potenziali femminicidi da sbattere fuori dell’Italia!
Certamente il paragone ha dei limiti. Oltretutto nella maggioranza delle famiglie musulmane gli uomini non hanno certo un ideale di maschio migliore del “nostro” e le donne, mogli o figlie che siano, non sono così libere di scegliere come vestirsi o come comportarsi in pubblico… e ciò per motivi che sono anche legati alla religione oltre che alla cultura. Ma fra motivi religiosi e motivi culturali non c’è poi questa gran differenza.
Penso che la verità per Mohammed Bouhlel stia a metà strada: un frustrato disperato che ha cercato di “dar valore” al suo suicidio facendolo apparire come un atto contro il mondo degli infedeli. Ma niente a che fare col radicalismo islamico vero (però c’è ancora da capire la posizione del padre e la sua influenza sul figlio…).
Se così fosse non ci troveremmo ancora davanti a “lupi solitari” che non manifestano alcun sintomo della malattia che li potrebbe portare poi ad atti di vero terrorismo. E le azioni di intelligence avrebbero qualche speranza di essere efficaci nei confronti di quelli che, invece, sono attirati dal califfato.
Ma, come in Italia le Brigate Rosse furono sconfitte soltanto quando la sinistra operaia non le considerò più “compagni che sbagliano”, ma li espulse dal proprio interno e li combattè, così il terrorismo islamista potrà essere sconfitto solo dal mondo musulmano stesso, quando i moderati non solo prenderanno decisamente le distanze, ma cominceranno ad opporsi fermamente, ad espellere dal proprio interno e a denunciare coloro che si alimentano di questa ideologia micidiale.
Ed è bene che lo facciano in fretta.
E che siano i capi a farlo per primi, a lanciare finalmente delle fatwa, degli anatemi contro quelli che loro dicono non essere “veri” musulmani.
E che trovino un modo per esaltare nel Corano le (poche) Sure pacifiche e rendere inefficaci quelle bellicose e vendicative.
Sarà possibile? E i ricchi emiri wahabiti lo permetteranno?