Auto sfasciate e animali feriti: 300 incidenti all’anno sulle provinciali
Almeno un'auto al giorno ha un incidente con un animale selvatico in provincia di Alessandria. Un problema di difficile gestione che anche ai tempi di Cavour era molto delicato...
Almeno un'auto al giorno ha un incidente con un animale selvatico in provincia di Alessandria. Un problema di difficile gestione che anche ai tempi di Cavour era molto delicato...
CRONACA – Praticamente ogni giorno un veicolo, auto, moto o mezzo a motore che sia, va a sbattere con un ungulato, sulle strade della provincia di Alessandria.
Circa 300 sinistri stradali nel 2015 sono stati presi in carico dal Servizio di Vigilanza Faunistica dell’Ente di Palazzo Ghilini, che, nonostante il depotenziamento di tutta la struttura, continua a operare sul territorio. Le guardie “verdi” operano sia quando si verificano incidenti con caprioli, daini o cinghiali sia per fare da 118 degli animali selvatici in genere. “Sono le attività principali”, spiega il responsabile Fabio Mutti, ora anche comandante della Polizia Provinciale, “i nostri compiti sono molti altri”.
Già nei primi sei mesi del 2016 sono stati 160 gli interventi sulle provinciali per collisioni con gli animali che, sopratutto al crepuscolo, attraversano le strade. “Le zone più a rischio sono quelle dell’Acquese, Spigno-Sassello, Ovadese, Val Borbera e Val Curone. Insomma, le aree montane del sud Piemonte”.
Nonostante i cartelli stradali che avvertono il pericolo di attraversamento animali selvatici gli incidenti sono sempre molti. “Alcune assicurazioni in caso di collisione su strada con segnaletica verticale di pericolo (il triangolo con l’inconfondibile capriolo rampante) non risarciscono”, avverte Mutti.
Una volta c’era una sorta di fondo di solidarietà per gli automobilisti: i soldi erano presi dai bolli auto ma, dato il gran numero di incidenti con animali che non accenna a diminuire e il danno medio del mezzo, la spesa di centinaia di migliaia di euro all’anno solo per il nostro territorio dev’essere sembrato insostenibile per la Regione.
Le quindici pattuglie della “faunistica” in giro per la provincia intervengono anche per i tanti animali feriti e in difficoltà che vengono segnalati fuori dal loro habitat. 400 i recuperi nel 2015. Gli animali sono portati al Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Tigliole d’Asti, dove si curano rapaci (falchi, poiane, gufi, allocchi e civette), ma anche volpi, tassi e perfino i pipistrelli, sempre più scarsi nelle nostre zone.
Il Centro è attrezzato con voliere di varia tipologia, di appositi tunnel per la riabilitazione al volo, un comparto per il primo soccorso infermieristico e una zona destinata al pubblico e dotata di pannelli didattici e materiale informativo.
Le Guardie coordinano anche un migliaio di volontari di varie associazioni (venatorie e ecologiche): nonostante ciò gli incidenti non accennano a diminuire. “Esistono segnali stradali con speciali fotocellule che rilevano la presenza degli animali e lo manifestano agli atomobilisti con suono e led luminosi”, ricorda Mutti, giusto per suggerire un modo “semplice” e non invasivo per prevenire gli incidenti. Ma tant’è, le risorse sono scarse e il personale è quello che è.
Inoltre questo settore – fauna selvatica – è spesso materia di conflitti su cui i politici preferiscono spesso non addentrarsi, per la presenza di vari gruppi agguerriti di interessi (cacciatori, agricoltori, animalisti). “Cavour diceva che per far cadere un governo bisogna mettere mano alla legge sulla caccia“, scherza Mutti, per far capire che da sempre la materia è molto spinosa.