Caro Ministro ti scrivo…
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25 Maggio 2016
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Caro Ministro ti scrivo…

Scuole aperte anche alla domenica e nelle vacanze estive: non si offenda se le dico che una proposta come questa sembra provenire da chi le scuole non le bazzica e soprattutto da chi non ha mai visto una scolaresca tra fine maggio e i primi di giugno

Scuole aperte anche alla domenica e nelle vacanze estive: non si offenda se le dico che una proposta come questa sembra provenire da chi le scuole non le bazzica e soprattutto da chi non ha mai visto una scolaresca tra fine maggio e i primi di giugno

OPINIONI – Caro Ministro Giannini,

le scrivo dopo la sua esternazione relativa alle scuole aperte anche alla domenica e nelle vacanze estive. Lei ha asserito di voler togliere i ragazzi dalle strade ed offrire loro attività extracurricolari a scuola venendo incontro alle famiglie lavoratrici. Last but not least ha pure aggiunto che i docenti non saranno obbligati ad aderire e che quelli che aderiranno saranno retribuiti con “un piccolo compenso”. Non si offenda se le dico che una proposta come questa sembra provenire da chi le scuole non le bazzica e soprattutto da chi non ha mai visto una scolaresca tra fine maggio e i primi di giugno.

Lasciamo perdere per un attimo tutti i discorsi sulle difficoltà organizzative e sull’ennesima offesa al lavoro dei docenti, la prima osservazione che voglio proporle è questa: ma Lei è mai stata tra le mura scolastiche a fine giugno o ai primi di luglio? Io sì, da molti anni e posso dirle per esperienza che quegli ambienti si trasformano in vere e proprie saune, dove si fatica anche a fare gli obbligatori esami. Quali attività integrative si potranno svolgere in aule afose e soffocanti? Forse lei ha una scuola ideale in testa con spazi all’esterno, impianti sportivi, grandi prati stile campus dove far lezione sotto gli alberi, ma le assicuro che nella realtà questa scuola non esiste. Esistono invece ambienti dove nella calura estiva non è proprio possibile lavorare coi ragazzi, nemmeno con gli scuri chiusi.

Dal caldo al freddo, parliamo delle domeniche. Gentile signor Ministro è a conoscenza che nelle scuole italiane è ormai consolidata la cosiddetta settimana corta col sabato a casa e che il “vero” motivo di tale scelta risiede nel fatto che in questo modo gli Enti locali risparmiano sul riscaldamento? Vogliamo aprire delle scuole gelide per tenere frizzanti gli alunni?

Soffermiamoci poi un attimo sul concetto di vacanza, su quel “vacuum” d’impegni che tanto riposa la testa e tanto dona una temporanea libertà. Signora Ministro ha mai ascoltato l’urlo liberatorio degli studenti all’ultima campanella dell’ultimo giorno? Io sì e le assicuro che i decibel sono altissimi, tale è la voglia di mettere fine alla routine giornaliera scolastica.

Ho lasciato per ultima la questione della retribuzione dei docenti perchè non volevo che la mia lettera sembrasse principalmente dettata da rivendicazioni sindacali. Caro Ministro, Lei è il nostro Ministro e come tale mi aspetterei da Lei la consapevolezza della nostra miserrima situazione retributiva, anzi mi aspetterei di averLa accanto nella difesa orgogliosa della nostra professionalità. Invece mi permetta di comunicarLe la delusione nel ritrovare nelle sue parole la consueta sottovalutazione del lavoro docente. Vede il ragionamento che ha fatto Lei è chiaro: gli insegnanti sono già retribuiti nei mesi estivi, quindi con un “piccolo compenso” (piccolo quanto? Tanto per dire) dovrebbero trasformarsi in animatori di un’Estate ragazzi da svolgersi a scuola. Mi perdoni ancora una volta, ma le cose non funzionano così. Ogni docente ha 36 giorni di ferie retribuite e gran parte del corpo docente già lavora nei mesi estivi, lavora a fare esami, lavora alla formazione delle classi e alla strutturazione dei progetti. Queste cose Lei dovrebbe saperle e dovrebbero saperle i suoi stretti collaboratori.

Sa, credo che gran parte dei docenti che già tanto regalano alla scuola, non sognerebbero altro che un Ministro che fosse dalla loro parte, ma non come vacua adesione ideologica, quanto piuttosto nelle battaglie che davvero potrebbero migliorare il loro modo di lavorare. Certo che fino a quanto si penserà di introdurre nuovi servizi (alle mense ci ha pensato? I ragazzini di solito hanno l’abitudine di mangiare) con l’elargizione di un obolo, ci sentiremo trattati come tappabuchi mal pagati, davvero una brutta cosa, un pessimo esempio dal punto di vista educativo.

Può darsi che Lei sia stata fraintesa e che il suo intento fosse altro. In questo caso ci racconti le sue idee, ma non attraverso le interviste sui giornali, ci parli direttamente, ci tenga in considerazione. Non aspettiamo altro.

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