La famiglia Bianchi de “La Pignatta” per l’Enoteca
E' ufficiale l'assegnazione per i locali sotto al palazzo Comunale. "La soluzione giusta - spiega il presidente dell'ente, Massimiliano Olivieri - per rilanciare la promozione". Apertura a ottobre. Il gestore: "Sfida decisiva per il territorio"
E' ufficiale l'assegnazione per i locali sotto al palazzo Comunale. "La soluzione giusta - spiega il presidente dell'ente, Massimiliano Olivieri - per rilanciare la promozione". Apertura a ottobre. Il gestore: "Sfida decisiva per il territorio"
OVADA – Riparte dall’esperienza della famiglia Bianchi, ristoratori a Ovada da più di trent’anni con “La Pignatta” di vico Madonnetta, l’Enoteca di Ovada. Saranno il padre Angelo e il figlio Francesco a occuparsi dell’apertura dei locali sotto a Palazzo Delfino e della ristorazione. La loro proposta è risultata la migliore tra le quattro formalizzate all’associazione. L’apertura ufficiale dei locali è prevista per la prima settimana di ottobre. “Questo è un territorio importante – commenta Francesco Bianchi – La sfida è quella di farlo ripartire. Se funziona l’Enoteca funziona un meccanismo che coniuga turismo, economia del vino. E’ una sfida difficile ma ci vogliamo provare”. I locali rimarranno aperti 45 ore settimanali, l’affidamento è valido fino al 2018 e prevede un canone da 600 euro al mese. “Pensiamo – aggiunge Angelo – una cucina del territorio. Non stravolgeremo la politica seguita negli anni nel nostro ristorante. Per un certo periodo le due attività si affiancheranno. Poi prenderemo una decisione”. “Abbiamo scelto questa soluzione – spiega il presidente dell’associazione Enoteca, Massimiliano Olivieri – perché la solida esperienza assicurata da questa soluzione ci permetterà di occuparci con maggiore efficacia alla divulgazione e alla promozione dei nostri vini. A breve ci sarà l’assemblea dei soci. Questa è una macchina che deve riaccendere il motore e ricominciare a camminare”. Accordi con i produttori e con le altre Enoteche del Piemonte i primi due filoni d’azione. “Nel frattempo – aggiunge Stefano Ferrando, vice presidente dell’Ente – la commissione giudicante riprenderà il lavoro di selezione di vini da proporre tra gli scaffali”. Quest’ultimi rimangono per ora mestamente vuoti, simbolo dell’impasse vissuto anche prima della chiusura definitiva della parentesi precedente lo scorso settembre.