Ilir Beti fuori dal carcere. Indignazione dei familiari delle vittime
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Redazione - redazione@alessandrianews.it  
17 Marzo 2016
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Ilir Beti fuori dal carcere. Indignazione dei familiari delle vittime

Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Ilir Beti, l'imprenditore albanese che percorrendo in contromano un tratto dell'A26, travolse e uccise quattro ragazzi francesi. La notizia è rimbalzata sui giornali in Italia e in Francia, creando indignazione tra i familiari delle giovani vittime che annunciano un ricorso

Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Ilir Beti, l'imprenditore albanese che percorrendo in contromano un tratto dell'A26, travolse e uccise quattro ragazzi francesi. La notizia è rimbalzata sui giornali in Italia e in Francia, creando indignazione tra i familiari delle giovani vittime che annunciano un ricorso

PROVINCIA – Sono stati concessi gli arresti domiciliari a Ilir Beti, l’imprenditore albanese che percorrendo in contromano un tratto dell’A26, travolse e uccise quattro ragazzi francesi.
La notizia è rimbalzata sui giornali in Italia e in Francia, creando indignazione tra i familiari delle giovani vittime.
L’incidente avvenne la notte del 13 agosto 2011. Nel giro di poche ore Beti fu arrestato e, da allora, non è più uscito dal carcere. Il tribunale di Alessandria lo aveva condannato a a 21 anni e 4 mesi; in Corte d’Assise d’Appello, la pena fu confermata.
Beti, tramite l’avvocato Mario Bocassi, ricorse però in Cassazione. La suprema Corte rimandò il fascicolo in Corte d’Appello, perché rivalutasse le motivazioni circa la volontarietà dell’omicidio, “traducendolo” in colposo. Ma, nuovamente, la Corte d’Appello ha ribadito l’omicidio volontario, e ha ridotto la pena da 21 a 18 anni.
E’ stato presentato un nuovo ricorso ed è attesa la sentenza definitiva della Cassazione.
Intanto, però, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
L’associazione familiari delle vittime ha però annunciato di aver dato incarico al suo legale di opporsi al provvedimento sull’attenuazione della misura.

“L’Aifvs – riporta il rappresentante alessandrino Ezio Bressan – non vuole entrare nel merito della decisione del giudice, perché non conosce nello specifico le motivazioni, che saranno sicuramente chieste e analizzate dai nostri Avvocati, però muove perplessità per tale decisione: siamo a 5 anni dall’incidente e siamo ancora alla fase penale e non si è ancora affrontato il procedimento civile. Questo continuo rimbalzo tra le varie fasi processuali, tende sempre più a dilatare i tempi processuali, rischiando in molti casi la prescrizione. Speriamo in una sollecita firma da parte del Presidente della Repubblica, con relativa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, della legge sull’Omicidio Stradale, affinché si possano dirimere queste annose interpretazioni soggettive dei giudici, su che tipo di omicidio è quello stradale”.

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