Il risiko dei rifiuti che preoccupa i sindaci
In vista un profondo cambiamento nel sistema della raccolta differenziata. Che però avrà un costo non indifferente per l'adeguamento delle strutture, tra i 15 e i 20 milioni di euro in dieci anni. E ora i Comuni sono preoccupati per le possibili ricadute sui bilanci
In vista un profondo cambiamento nel sistema della raccolta differenziata. Che però avrà un costo non indifferente per l'adeguamento delle strutture, tra i 15 e i 20 milioni di euro in dieci anni. E ora i Comuni sono preoccupati per le possibili ricadute sui bilanci
IL CSR ha sede a Novi ed è una società di emanazione pubblica, i cui soci sono i comuni che usufruiscono dei suoi servizi e che contribuiscono all’operato della Società in ragione di 1,20 € ad abitante. Presidente della Società è Fabio Barisione, ex sindaco di Rocca Grimalda.
I dati, che con trasparenza il CSR mette a disposizione sul proprio sito istituzionale, ci raccontano una zona non molto omogenea. Nei quattro centri maggiori serviti i risultati della raccolta differenziata variano sensibilmente: si va dal picco di Novi Ligure, che sfiora il 50%, a Ovada, che è ferma al 39%. In mezzo, Tortona con il 47% e Acqui con il 41%.
All’interno del CSR, sono tre le società (Gestione Ambiente, Econet e 5 valli) che si occupano del difficile lavoro che parte dal raccogliere il rifiuto a casa dei cittadini, o nei cassonetti stradali, al conferimento in discarica per il rifiuto indifferenziato, o ad avviarlo al riciclo per la quota parte di differenziato.
Gestione Ambiente raggiunge un livello di raccolta differenziata del 50% nell’area novese e del 47 nel Tortonese. Econet è al 37% e 5 Valli Servizi è ferma al 29% (i dati sono arrotondati all’unità).
Ma di chi è la colpa di queste differenze sui valori di raccolta differenziata: dei cittadini dei vari comuni, che sono più o meno sensibili, delle società di raccolta o dei metodi applicati? La risposta non è facile.
Cerchiamo di capire, innanzitutto, “chi sono” queste tre società.
Gestione Ambiente ha sede a Tortona, ed è controllata per il 55% da Asmt Servizi Industriali Spa e per il restante 45% da Acos Ambiente Srl. Il presidente è il vogherese Giampiero Rocca, ex Consigliere comunale di Forza Italia, mentre il novese Paolo Selmi è amministratore delegato. Gestione Ambiente si occupa di raccogliere i rifiuti nella zona Novese e Tortonese, un bacino che conta 115mila abitanti
Econet ha sede a Acqui Terme e si occupa della raccolta rifiuti nella zona di Ovada e Acqui, servendo 78mila abitanti. È presieduta da Piergiorgio Giacobbe, ex sindaco di Cremolino mentre anche qui amministratore delegato è il novese Paolo Selmi. Gestione Ambiente possiede il 40% della società.
5 valli servizi ha sede a San Sebastiano Curone e si occupa della raccolta rifiuti in Val Borbera, Valle Grue, Valle Spinti per un totale di 18mila abitanti. Presidente è il Carlo Frascarolo, commercialista di Valenza. La società è controllata dalla Comunità Montana Terre del Giarolo, ma anche in questa società Gestione Ambiente possiede il 40%.
Chi si occupa invece di trattare i rifiuti raccolti è SRT, Società Pubblica per il Recupero e il Trattamento dei Rifiuti, che ha sede presso la discarica di Novi Ligure e il cui presidente è Alberto Mallarino, ex assessore del Comune di Novi. I proprietari di SRT sono i comuni che la società serve.
Un bel risiko di società in cui non è facile orientarsi. Le differenze non si fermano ai livelli di raccolta differenziata e ai metodi: cambiano anche i costi sostenuti dai cittadini e dalle aziende.
L’unico dato certo è che l’attuale livello di raccolta differenziata non è sufficiente. L’obbiettivo, fissato per legge, è il 65% ma solo Fresonara, Guazzora, Pasturana e Alluvioni Cambiò lo raggiungono. In tutto il bacino, solo 17 comuni superano la soglia del 50% di raccolta differenziata, che è comunque non sufficiente. Il problema è che chi non raggiunge le soglie, non viene semplicemente redarguito o messo sulla lista dei cattivi, ma deve pagare una multa. Multa che non viene comminata ai gestori dei servizi, ma direttamente ai cittadini che producono i rifiuti, con il risultato di far aumentare il costo da loro sostenuto per il servizio.
Aumentare i livelli di raccolta differenziata è importante quindi, non solo per più alte motivazioni ecologiche, ma anche per evitare di pagare multe.
Il CSR già con lo scorso presidente, lo scomparso Oreste Soro, aveva iniziato a lavorare per trovare una soluzione che permettesse di aumentare il livello di raccolta differenziata. La soluzione prospettata – e approvata dai Sindaci dei comuni soci – mira quindi ad aumentare il livello di raccolta differenziata attraverso due azioni complementari: il “porta a porta spinto” e la “tariffa puntuale”, che dovrebbero garantire un effetto combinato in grado di portare sotto il livello minino di legge la quantità di rifiuti indifferenziati prodotti.
Ma di cosa si tratta? Il porta a porta spinto prevede la rimozione dei tradizionali cassonetti lungo la strada, usati per il conferimento di vetro, carta e plastica, per introdurre la raccolta domiciliare anche di questo tipo di rifiuti. In questo modo si eliminerebbe un classico problema della raccolta stradale, dovuto ai “furbetti” che non seguono le indicazioni dei cassonetti e vi riversano dentro quello che gli capita, rendendo vano il lavoro di tutti gli altri cittadini. Questo perché è sufficiente che un cassonetto sia “contaminato” da un versamento sbagliato, per far sì che tutti il suo contenuto sia classificato come indifferenziato. Togliendo i cassonetti stradali, e differenziando direttamente in casa, diventerebbe automatico capire chi non rispetta le norme.
Ogni cittadino quindi verrebbe dotato di sacchetti “riconoscibili” attraverso un qualche sistema, come un codice a barre o un dispositivo elettronico di tipo rf-id (identificazione a radiofrequenza), e quindi sarebbe sempre possibile risalire a chi fa il furbo.
Accanto a questo sistema, l’introduzione della “tariffa puntuale” permetterebbe di premiare chi differenzia. Una quota parte del costo sostenuto dai cittadini per il servizio diventerà infatti variabile, con il risultato che chi differenzia di più pagherà di meno, e viceversa.
Questo sistema, nelle zone in cui è stato avviato, ha mostrato di permettere, se gestito correttamente, di raggiungere elevati livelli di raccolta differenziata.
Il sistema indicato dai Sindaci del CSR è noto come “metodo Contarina”, dal nome dell’azienda in provincia di Treviso che lo ha avviato, raggiungendo un livello medio di raccolta differenziata dell’85%.
Il nuovo metodo prevede, oltre a quanto già detto, alcune caratteristiche che i veneti ritengono fondamentali per la riuscita del servizio, tra cui avere una sola società che si occupa di raccolta, e
un unico centro di conferimento. Qui però sono cominciati i problemi e i distinguo da parte delle amministrazioni locali, che non intendono rinunciare alle loro società di raccolta ed mirano a evitare una riunione delle tre società (gestione ambiente, 5 valli e Econet) sotto una sola sigla. Questo, dicono i ben informati, per evitare uno strapotere di Gestione Ambiente, che fa capo ai Novesi di Acos e al suo amministratore delegato, Mauro D’ascenzi. Gestione ambiente è già proprietaria di significative quote (40%) delle altre due società, e l’unico modo per fermare il processo è che i comuni Ovadesi e Acquesi si ricomprino le quote che stanno nelle cassaforti Novesi, spendendo un mucchio di soldi. Soldi che non possono prendere altrove, alla fine della fiera, che dalle tasche dei cittadini. Una soluzione che significherebbe per Gestione Ambiente avere un bel flusso di liquidi, e un salasso per gli altri comuni non serviti dalla società.
Tutto questo in controtendenza alle indicazioni nazionali, che negli ultimi anni hanno sempre spinto verso l’accorpamento della società pubbliche e verso l’ingresso di privati nella loro composizione societaria.
Il passaggio al nuovo sistema di raccolta prevede infine forti investimenti: si parla di una cifra pari a 15-20 milioni di euro in 10 anni. Molti amministratori locali stanno cominciando a drizzare le antenne: si tratta non solo di investire un mucchio di soldi, ma anche di chiedere ai cittadini di lavorare di più per la raccolta differenziata, che già mostrano di non gradire particolarmente. Il nuovo sistema infine potrebbe andare a regime poco prima delle elezioni amministrative nel maggior numero dei comuni, con il risultato che a fare le spese del malcontento dei cittadini si ritroverebbero gli amministratori uscenti.