La città saluta Maria Ravera
Dal 1945 è stata moglie e compagna di vita di Vincenzo Ravera, il primo sindaco di Ovada. Attiva per anni nel sindacato pensionati del CGIL. Funerali nella chiesa dell'Assunta
Dal 1945 è stata moglie e compagna di vita di Vincenzo Ravera, il primo sindaco di Ovada. Attiva per anni nel sindacato pensionati del CGIL. Funerali nella chiesa dell'Assunta
OVADA – Sono stati celebrati ieri, nella chiesa parrocchiale dell’Assunta di Ovada, i funerali di Maria Ravera morta a 93 anni. Conosciuta e benvoluta da tutti in città, era la vedova di Vincenzo Ravera, nominato sindaco dal movimento partigiano alla Liberazione, e poi eletto in due competizioni elettorali; fu confermato alla guida della città fino al 1956. Vincenzo Ravera aveva aderito giovanissimo al PCI, fece parte del primo gruppo di antifascisti ovadesi; per questo, venne incriminato, finì in carcere, condannato dal Tribunale speciale, con sentenza nel 1938. Anche nel marzo ’45, venne arrestato dai tedeschi, ma poi rilasciato dopo una perquisizione nella sua abitazione e nella sua famosa officina di fabbro. I tedeschi non trovarono nulla di compromettente, e dopo pochi giorni, venne scarcerato. Ha collaborato attivamente coi partigiani ed è stato fra i promotori del C.L N. di Ovada.
Nel luglio del 1945 ha sposato Maria Ravera, una giovare ragazza, conosciuta nel famoso stabilimento Brizzolese, che è stata la sua compagna di vita, per quasi 60 anni, e con la quale ha diviso gioie e preoccupazioni, fino alla sua scomparsa, avvenuta nel febbraio 2004. Maria Ravera, per anni, ha svolto attività, nel sindacato dei pensionati della CGIL. La figlia Mimina, già insegnante, ed il genero, Pier Paolo Poggio, direttore della Fondazione Micheletti di Brescia, nel corso degli anni, sono stati, anche loro, impegnati nella Amministrazione Comunale della città.